Si chiude così un contenzioso durato oltre sei anni, caratterizzato da passaggi complessi, accuse pubbliche e una mole di documentazione che aveva richiesto un impegno straordinario agli uffici tecnici del Comune.
Nella motivazione della sentenza, i giudici amministrativi hanno sottolineato in modo esplicito la fragilità delle argomentazioni avanzate da Ita S.p.A., definendole “confuse e non supportate da elementi idonei a mettere in discussione la legittimità dell’azione comunale”.
Particolarmente significativo il passaggio in cui il Consiglio di Stato riconosce la qualità dell’istruttoria e la professionalità del Responsabile del Procedimento, un punto che l’Amministrazione ha più volte rivendicato nel corso degli anni.
La sentenza dispone inoltre la condanna della società ricorrente al pagamento delle spese di giudizio in favore del Comune di Brivio, come già stabilito in primo grado.
La soddisfazione dell’Amministrazione è accompagnata da una riflessione amara. “Non abbiamo mai avuto dubbi sull’esito del contenzioso – spiega il sindaco Federico Airoldi – ma è nostro dovere evidenziare che, pur con le spese rifuse, il Comune ha dovuto dedicare tempo, energie e risorse economiche a una vicenda evitabile fin dal 2019, semplicemente rispettando norme e atti vigenti”.
Secondo il primo cittadino, la sentenza rappresenta sì una conferma, ma anche un monito: “Per sei anni abbiamo distolto risorse da servizi, progetti e interventi destinati alla comunità. Questa esperienza ribadisce quanto la tutela della legalità e dell’interesse pubblico non siano negoziabili”.
La sentenza offre all’Amministrazione anche l’occasione per chiarire un ulteriore fronte polemico. Ita S.p.A. aveva infatti sostenuto — anche attraverso comunicati stampa — che il Comune avesse ostacolato il progetto “We draw a green future”, intervento sostenuto dall’azienda nel territorio del Parco Adda Nord.
Una versione respinta con decisione dall’Ente: gli atti endoprocedimentali mostrano, secondo il Comune, che l’istruttoria aveva rilevato gravi criticità nell’operato della società, non conforme alle procedure e alle disposizioni vigenti. “Le loro affermazioni — osserva il Comune — si sono rivelate totalmente infondate. L’Ente ha sempre agito con trasparenza e responsabilità, tutelando esclusivamente l’interesse collettivo”.
Non mancano, nel comunicato ufficiale, riferimenti a toni e dichiarazioni ritenuti “inopportuni e imbarazzanti” da parte dei rappresentanti della società e di CONFAPI Lecco-Sondrio, giudicati non rispettosi delle istituzioni.
La conclusione del contenzioso permette ora all’Amministrazione di riaffermare la propria linea politica e amministrativa:
“Continueremo a operare nel segno della legalità, della correttezza e della tutela del bene collettivo – afferma il sindaco Airoldi -. Sono principi che orientano ogni nostra scelta e che continueranno a farlo”.
Con la sentenza del Consiglio di Stato, Brivio chiude una delle pagine giudiziarie più lunghe e impegnative della sua storia recente. Una vicenda che, pur avendo messo alla prova l’Ente, conferma oggi la solidità della sua azione amministrativa e la necessità — ribadita dal sindaco — di difendere sempre il valore delle istituzioni.