Ora, però, serve un aiuto immediato dal Governo per il caro bollette
“Stiamo subendo aumenti anche del 50%, alcuni commercianti rischiano di rimanere in ginocchio”
CALOLZIOCORTE – La fotografia non è completamente a tinte fosche come si potrebbe immaginare dopo due anni dove il settore dei commercianti è stato letteralmente martoriato dal covid. Chiusure a più riprese, restrizioni, Dpcm, una burocrazia con cui fare i conti quotidianamente non hanno certamente agevolato il lavoro di una categoria che più di altre ha subito le conseguenze della pandemia.
“Se guardiamo la situazione globale, i negozi di vicinato, pur con tanta fatica e sacrifici, hanno tenuto durante questi due anni terribili – ha detto la presidente di Confcommercio Lecco zona Valle San Martino Cristina Valsecchi -. Contrariamente a quanto si può pensare, in Valle San Martino, non c’è stata la temuta impennata di chiusure di negozi: se guardiamo Calolzio, il centro più grande, abbiamo assistito piuttosto a un ricambio: alcuni esercizi hanno chiuso ma sono stati subito rimpiazzati da altri”.
La “desertificazione” del centro città, con corso Dante e via Galli (per fare un esempio) che mostrano una serie di vetrine vuote, è un problema che risale a molti anni prima del covid: “Negli ultimi anni la situazione è rimasta stabile, non assistiamo a nuove aperture perché ormai se non si ha una base solida è molto complicato avviare una nuova impresa, ma chi c’è è riuscito a tenere. Anche la questione covid ha almeno due letture: da un lato abbiamo visto una prepotente avanzata del commercio on-line, dall’altro le persone hanno toccato con mano tutti i limiti di questo metodo di acquisto. Si sono accorti che il commercio di vicinato è un valore aggiunto, perché una persona che tutte le mattine alza una saracinesca è un presidio sul territorio e diventa un nodo fondamentale della rete sociale”.
Il covid ha costretto anche il settore del commercio a rinnovarsi: “Devo pare i complimenti a tutti i commercianti perché anche nel periodo più buio non sono rimasti con le mani in mano, hanno cambiato il loro modo di lavorare, si sono dati da fare, in tempi rapidissimi si sono organizzati per le consegne a domicilio. Sono stati un punto di riferimento per i rispettivi paesi e la gente ne ha apprezzato il valore. Non è stato semplice perché questo cambio di passo ha richiesto un grande impegno di tutti. Noi, come Confcommercio, abbiamo cercato di star loro accanto: aiutandoli a districarsi tra i vari cavilli dei Dpcm, piuttosto che avvertendoli delle varie opportunità come i ristori che ogni comune ha messo in campo per sostenere i commercianti che hanno subito il lockdown. Accanto a questo lavoro abbiamo cercato di portare avanti iniziative che potessero avere ricadute sui commercianti: gli eventi natalizi a Calolzio sono un esempio e devo dire che la gente ha risposto bene”.
Se si guarda al futuro cosa bisogna aspettarsi? Il bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno? “Purtroppo navighiamo a vista perché il peggio non è ancora passato. Adesso è arrivata la mazzata del caro bollette, stiamo subendo rincari altissimi suoi costi dell’energia, delle materie prime che, tra l’altro, è diventato difficile reperire. Quando parliamo di negozi di vicinato parliamo spesso di imprese a conduzione famigliare che si trovano a far fronte ad aumenti che, a volte, superano il 50%. Capite bene che il rischio di essere messi in ginocchio è altissimo, proprio per questo ci attendiamo con urgenza un intervento del Governo che, al momento, è stato soltanto ventilato. Voglio comunque vedere il bicchiere mezzo pieno: i commercianti della Valle San Martino (dietro cui è importante ricordare che ci sono famiglie e posti di lavoro) continueranno sicuramente a fare la loro parte, hanno già dimostrato di saper lottare, ma adesso è arrivato il momento che anche il Governo riconosca al più presto questo impegno oltre alla qualità e ai risvolti sociali che un commerciante porta con sé”.