Cassa integrazione ancora in calo tra le aziende lecchesi

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LECCO – “Si conferma anche per il mese di agosto una tendenza alla riduzione della cassa integrazione, ma questo non rappresenta ancora la ripresa che tanto si attende”.

Il segretario provinciale della Cgil, Wolfango Pirelli, commenta così gli ultimi dati elaborati dal sindacato relativi all’utilizzo dell’ammortizzatore sociale dalle aziende lecchesi nel mese di agosto.

Statistiche che anche nei primi otto mesi dell’anno, nel confronto con lo stesso periodo del 2014, evidenziano un calo nella cassa integrazione ordinaria del 21,28% con complessivi 2,71 milioni di ore autorizzate. Il calo più evidente è nel settore del tessile dove la cassa ordinaria scende da 640 mila ore autorizzate tra gennaio e agosto del 2014 alle 358 mila dei primi otto mesi di quest’anno.

La Cig ordinaria cresce invece nell’edilizia, passando da 192 mila a 238 mila ore, e nell’alimentari da 7,2 mila a 59 mila ore.

Ancora più marcato il calo della cassa integrazione straordinaria (-28,29% in totale 3,84 milioni di ore), soprattutto nel settore del commercio (da 631 mila ore tra gennaio-agosto 2014 alle attuali 281 mila) e nel metallurgico (da 736 mila a 59 mila); al contrario la cassa straordinaria cresce nel settore chimico da 197 mila a 466 mila ore.

Wolfango Pirelli - segretario CGIL Lecco
Wolfango Pirelli – segretario CGIL Lecco

Sono 51 le aziende lecchesi ad aver aperto procedure per ottenere la cassa straordinaria: tre per concordato preventivo, 35 per contratti di solidarietà, 8 per crisi aziendale, 3 per fallimento, un’azienda per riorganizzazione ed un’altra per ristrutturazione. Decresce ancora l’uso della cassa in deroga (69,86%) che ad agosto di quest’anno ha toccato appena le 317 mila ore autorizzate.

“Il saldo sulla cassa integrazione è negativo, però è anche affiancato da aumento della mobilità, dei licenziamenti e non c’è compensazione in termini di nuove assunzioni; per questo affermiamo che la ripresa è ancora lontana” prosegue Pirelli.

Il segretario della Cgil guarda anche a Calolzio e al destino oramai segnato per le ex Trafilerie Brambilla e dell’ex ERC, i cui lavoratori sono stati avviati alla mobilità:

“E’ un caso che la crisi abbia colpito aziende situate nelle stesso territorio, ci sono invece responsabilità ben precise dei proprietari, parlo delle Trafilerie Brambilla, sul mancato accordo che si poteva ottenere con gli acquirenti nel momento decisivo. Riguardo alla ERC, invece, ci sono diversi fatti storici che hanno pesato sulla sorte della fabbrica ed anche ragioni esterne, come i lavori per l’attraversamento, che hanno incrociato le difficoltà aziendali. Si tratta di due aziende che hanno rappresentato molto per il territorio, due pezzi di storia che scompaiono”.