LECCO – Conciliare lavoro e famiglia? Un’impresa non da poco, in particolare per le mamme che si dividono tra l’occupazione lavorativa e la cura dei figli o nel caso di un parente anziano da assistere; anche per i titolari delle aziende non è sempre facile riuscire a garantire ai loro dipendenti una maggiore flessibilità e venire incontro alle loro esigenze nell’attuale contesto di crisi economica.
A Lecco, però, gli imprenditori dell’API e i sindacati lecchesi (Cgil, Cisl e Uil) hanno raggiunto una nuova intesa per il territorio provinciale che apre a importanti possibilità per lavoratori e datori: l’accesso al bando di Regione Lombardia che mette a disposizione 10 milioni di euro per lo sviluppo di modelli stabili di welfare aziendali.
Dalla riduzione temporanea dell’orario lavorativo, alla flessibilità in entrata e in uscita, dal prolungamento di congedi parentali a corsi di aggiornamento per garantire il rientro della neo mamma con mansioni equivalenti al periodo precedente al congedo, così come la trasformazione da tempo pieno a part-time per i primi tre anni di vita del bambini o il sostegno per le rette di asili e scuole materne: sono tantissime le possibilità offerte dal bando, reso accessibile solo grazie all’intesa tra l’associazione datoriale e sindacati (espressamente richiesta da Regione Lombardia).
“E’ un ulteriore tassello della strategia portata avanti da Api insieme ai sindacati. Se in un ambiente lavorativo si mettono al centro le persone e non le cose, allora si possono trovare ambiti non conflittuali ma sinergici” ha commentato il presidente di Api Lecco, Luigi Sabadini, riferendosi all’accordo trovato con Cgil, Cisl e Uil.
Come spiegato dal direttore di Api, Mauro Gattinoni, l’opportunità è aperta da oggi a tutte le aziende interessate, che possono raccogliere le richieste dei dipendenti, concordare un progetto con i rappresentanti dei lavoratori interni all’azienda o direttamente con in sindacati (in mancanza di RSU), e presentarlo Regione, anche con l’assistenza di Api Lecco, per l’eventuale approvazione.
L’80% delle spese per la realizzazione del progetto sarà coperto dal finanziamento regionale, il 20% resterà a carico del datore di lavoro che avrà la possibilità anche di tradurlo in una compensazione oraria.
Soddisfatti i segretari generali dei sindacati lecchesi: “Una sfida che rafforza la contrattazione di 2° livello e che favorisce le iniziative sul territorio” ha commentato Wolfango Pirelli della Cgil.
Per Valerio Colleoni della Cisl l’intesa raggiunta rappresenta un cambiamento rispetto alla situazione di conflitto del passato con le associazioni datoriali: “Insieme ora ci muoviamo per cercare soluzioni per migliorare le condizioni di vita di chi lavora”.
“Ci sono pervenute molte segnalazioni di lavoratrici in difficoltà per riuscire a mantenere l’impegno familiare e l’occupazione lavorativa – ha sottolineato dalla Uil, Giuseppe Pellegrino – siamo i primi in Lombardia a recepire questa occasione e credo che questo vada sottolineato”.