LECCO – Nuovo rinvio sul caso Filca: il collegio dei giudici, riunito nel pomeriggio, si è riservato altro tempo per decidere sul concordato liquidatorio richiesto dalla cooperativa edile. Lo ha riferito il patron della società, Giacomo Fumeo, uscendo dal tribunale ed incontrando gli ex lavoratori in presidio fuori dal palazzo di giustizia.
Una manifestazione annunciata quella degli ex dipendenti della Filca Cooperative: mercoledì, mentre all’interno del Palazzo di Giustizia si attendeva l’inizio dell’udienza collegiale per decidere sull’ammissione al concordato, fuori i lavoratori si sono riuniti in un presidio per chiedere che non venga dichiarato il fallimento della società. La decisione dei giudici potrebbe ora giungere nei prossimi giorni.
L’iniziativa degli ex dipendenti era stata anticipata in una lettera inviata al presidente del Tribunale di Lecco, Ersilio Secchi. Il concordato, scrivono i lavoratori “è l’unica possibilità per noi dipendenti di veder riconosciuto il 100% del nostro credito. Percentuale che si ridurrebbe molto più che drasticamente in caso di revoca del concordato e fallimento di Filca, in quanto l’apporto di 5 milioni di euro verrebbe ovviamente meno”.
Cinque milioni garantiti da quattro istituto di credito a sostegno del piano di concordato presentato dal patron Giacomo Fumeo, ma il vero problema sarebbero i titoli obbligazionari con i quali Filca vorrebbe ripagare il debito nei confronti di alcune banche creditrici, le cosiddette ‘notes’ che consentirebbero di raggiungere nominalmente la soglia del 20% di soddisfazione del credito, ma che di fatto avrebbero un valore reale inferiore. Starà al giudice valutare se il piano concordatario ha i requisiti necessari.
Nel frattempo i sindacati si dividono rispetto al presidio indetto dagli ex lavoratori. La Cgil prende le distanze dall’iniziativa, “Comprensibili le ragioni dei lavoratori ma non sarà colpa dei giudici se Filca dovesse fallire. Esiste una legge fallimentare che deve essere applicata – spiega Giuseppe Cantatore di Fillea Cgil – sorprende la nascita solo oggi, alla vigilia della decisione del Tribunale, di un comitato di lavoratori quando da molto tempo è in corso la vicenda”.
“Premesso che il compito del Tribunale è quello di emettere sentenze in sintonia con quanto dettato dalla legge, quello del sindacato è di difendere i diritti dei lavoratori: la difesa dei posti di lavoro, il rispetto delle norme di legge e dei contratti, oltre alla possibilità di migliorare le condizioni di vita dei lavoratori attraverso la contrattazione – spiega Armando Busnelli, operatore Edili Cisl Lombardia – siamo davanti ad una situazione particolare: i dipendenti sono stati licenziati e quasi tutti vantano nel confronto di Filca Cooperative un credito che per alcuni si aggira tra i 7 e i 10 mesi di stipendio. Alcuni (circa 35 dipendenti) hanno continuato a lavorare per parecchi mesi pur sapendo che alla fine sarebbero stati licenziati, oltretutto senza percepire alcun stipendio”.
Busnelli sottolinea che per i lavoratori sarebbe una tragedia il fallimento, “perché in quel caso le banche non interverrebbero a coprire il debito – spiega – e proprio i lavoratori ex dipendenti difficilmente potranno recuperare anche una piccola parte del credito”.
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