LECCO – Frenano i principali indici negli ultimi sei mesi del 2014 ma nel complesso si registra una tenuta dell’economia lecchese: questo è ciò che emerge dai dati dell’Osservatorio Congiunturale realizzato dai Centro Studi di Confindustria Lecco e Unindustria Como.
Gli scambi a livello nazionale e l’export sono stati generalmente stabili, con un bilanciamento fra i giudizi di diminuzione e quelli di crescita. Il contributo dell’export sul totale del fatturato resta superiore al 40% confermando la forte propensione delle imprese dei due territori verso il commercio internazionale.
Non sono emersi andamenti anomali sul fronte dei costi associati all’approvvigionamento delle materie prime, rimasti pressoché stabili (+0,9% rispetto al corrispondente semestre del 2013 e +0,3% rispetto ai listini dello scorso giugno). Anche dai giudizi riguardanti il rapporto tra le imprese dei due territori e gli Istituti di credito non sono emersi ulteriori peggioramenti; da notare però l’aumento delle spese e delle commissioni bancarie, dei tassi e delle richieste di garanzie per un’impresa su dieci (12,2%).
EVOLUZIONE DELLA DOMANDA
Durante la seconda metà del 2014 gli ordini delle imprese di Lecco e di Como hanno mostrato un rallentamento congiunturale (-3,6%) che ha eroso i risultati positivi registrati nei primi sei mesi dell’anno (+4,2% rispetto a dicembre 2013).
La caratteristica stagionale della produzione, che interessa circa un’impresa su tre (33,2%), risulta influenzare, almeno in parte, i risultati congiunturali rilevati. La variazione tendenziale, misurata sul secondo semestre del 2013, si è attestata invece a +2,6%.
I giudizi sull’andamento della domanda nel primo semestre del nuovo anno risultano positivi e si attestano anch’essi a +2,6%. I dati riguardanti lo scenario del territorio lecchese rivelano dinamiche molto simili: una decelerazione rispetto alla prima metà dell’anno (-5,2%) quando era stata registrata una fase positiva (+5,7%) a cui si accompagna però una variazione tendenziale del +2,2%. Le previsioni per il periodo gennaio-giugno 2015 segnano un +3,5% e rivelano un possibile recupero sulla contrazione congiunturale dello scorso semestre.
ATTIVITA’ PRODUTTIVA
Il raffronto con i primi sei mesi del 2014 risulta pari a -2,7%, frenata che annulla il +2,2% registrato lo scorso giugno rispetto ai livelli di dicembre 2013. L’esame con il secondo semestre del 2013 evidenzia invece una variazione del +1%. La capacità produttiva mediamente impiegata nel corso del secondo semestre si attesta al 75,8%, dato di circa un punto percentuale superiore rispetto a quanto rilevato nella precedente edizione dell’Indagine.
Il livello di utilizzo della capacità produttiva varia a seconda della caratteristica dimensionale delle aziende del campione: per le aziende sino a 50 occupati la capacità mediamente impiegata risulta inferiore mentre è più elevata per le imprese più grandi. La produzione non realizzata internamente, ma sviluppata attraverso pratiche di outsourcing, contribuisce per circa il 15% del totale, dato in crescita rispetto a quanto registrato per il primo semestre 2014. Le aziende dei due territori comunicano di rivolgersi prevalentemente a subfornitori italiani (12,8%).
I giudizi sull’andamento della prima metà dell’anno in corso si attestano a quota +3,5%. Per le imprese del campione di Lecco, il tasso medio di utilizzo della capacità produttiva è pari a 74,1% e, anche in questo caso, il ricorso a pratiche di subfornitura contribuisce per quasi un ulteriore 15%.
EVOLUZIONE DEL FATTURATO
La variazione tendenziale si attesta a +0,9% rispetto ai livelli della seconda metà del 2013, mentre il confronto con la prima metà del 2014 rivela una contrazione del 3,5%.
I giudizi sull’andamento delle vendite nel primo semestre 2015 sono improntate ad un parziale recupero di quanto perso tra luglio e dicembre, attestandosi a +1,9%. La composizione geografica del fatturato delle aziende del campione conferma l’attenzione verso i mercati internazionali: la quota dell’export rispetto al totale delle vendite si attesta infatti ad oltre il 42%. La principale area di riferimento per il fatturato oltre confine è l’Europa Occidentale dove viene realizzata più della metà dell’export. Altri mercati di interesse sono i BRICS (4,1%), Est Europa (3,6%), Stati Uniti (3,2%) e Asia Occidentale (2,4%). La quota di fatturato generato entro i confini nazionali risulta invece pari al 57,8%.
Analizzando i giudizi sull’andamento degli scambi nel trimestre ottobre-dicembre emerge un quadro di generale stabilità sia sul mercato interno sia sul versante internazionale.
Sul versante internazionale la crescita delle vendite è stata pari a 32,4% mentre il rallentamento è stato pari al 29%.
L’andamento del fatturato del campione lecchese mostra un rallentamento congiunturale del 3,2% rispetto a quanto registrato nei primi sei mesi del 2014. Sul fronte tendenziale il dato mostra un rallentamento dello 0,6% rispetto ai livelli del periodo luglio-dicembre 2013. Le previsioni per la prima metà del 2015 risultano positive e si attestano a +2,4%. L’analisi della composizione geografica delle vendite e l’andamento del fatturato nello scorso trimestre ottobre-dicembre mostrano le stesse caratteristiche già esaminate a livello congiunto per i due territori.
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“Lo scenario delle aziende di Lecco – afferma il presidente di Confindustria Lecco Giovanni Maggi – assume gli stessi toni descritti: rallentamento a livello congiunturale e variazioni positive ma contenute rispetto al corrispondente periodo di un anno prima. Nel caso lecchese, infatti, gli ultimi sei mesi del 2014 hanno mostrato una fase di raffreddamento dell’attività che ha parzialmente vanificato i risultati con indicatore positivo conseguiti durante il precedente periodo gennaio-giugno, durante il quale l’attività produttiva aveva registrato una crescita congiunturale di quasi cinque punti percentuali sui livelli di dicembre 2013”.
“Le aspettative per l’anno in corso – continua Giovanni Maggi – segnano un miglioramento rispetto alla chiusura del 2014. I fattori che concorrono a disegnare uno scenario diverso sono molti, fra i quali il mutato rapporto euro-dollaro. È inoltre di questi giorni la conferma delle novità introdotte dal Jobs Act, che segnano un cambiamento importante e finalmente nella giusta direzione. La speranza è che il completamento del percorso di riforma possa a sua volta contribuire al rilancio della nostra economia”.

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