LECCO – “Ci sono segnali incoraggianti, non possiamo ancora parlare con entusiasmo di ripresa ma i dati ci fanno capire che una tendenza positiva ci sia e che possa consolidarsi”. Così il consigliere provinciale Giuseppe Scaccabarozzi commenta le statistiche sul 2° trimestre 2015 contenute nel report dell’Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro diffuse mercoledì mattina alla Camera di Commercio.
L’indagine dell’ente camerale, realizzata dal Gruppo Clas, evidenza degli aspetti che fanno ben sperare per l’economia lecchese: “Gli avviamenti al lavoro hanno tenuto, così come il numero di imprese attive, abbiamo meno ore di cassa integrazione e meno lavoratori in mobilità” prosegue il consigliere provinciale.
Tra i dati positivi vi è sicuramente la crescita della produzione registrata nel settore industriale (+6,5%) dove si è assistito anche ad una crescita nel numero di imprese (8.273), cosa che non accadeva almeno dall’autunno del 2012; produzione in crescita anche l’artigianato (+4,1%) e volume d’affari in aumento per il commercio (+0,3%) e per il comparto dei servizi (+5,1%).
Positivo anche il calo della cassa integrazione straordinaria (-12% rispetto ai primi tre mesi dell’anno e -27% in confronto al 2° trimestre del 2014) e anche nelle richieste di cassa ordinaria (-5,5% rispetto al 2014 ma in aumento +21% in confronto ai primi tre mesi dell’anno).
Si mantiene stabile il tasso di natalità di nuove imprese sul territorio (1,7%) con un numero di aziende attive a fine giugno che ha toccato le 23.840 (erano oltre 24 mila a fine 2012).
Riguardo ai posti di lavoro, tra aprile e giugno di quest’anno c’è stata una crescita degli avviamenti (8400) in confronto al 2014 (quando il Centro per l’impiego ne aveva registrati 6.950). Ad aumentare sono soprattutto le assunzioni a tempo indeterminato che nel periodo preso in esame hanno toccato il 26% rispetto al 21,5% del 2014.
Il dato diventa negativo però se lo confrontiamo alla crescita di avviamenti tra gennaio e marzo di quest’anno, sia riguardo alle assunzioni totali (8.500) sia per la percentuale di assunzioni stabili (27,3%).
Per i redattori dello studio, gli effetti della riforma del mercato del lavoro si sono visti anche in provincia di Lecco, soprattutto per via degli incentivi alle assunzioni, però non si sono manifestati gli effetti attesi almeno in questo 2° trimestre dell’anno.
“Accanto a valori positivi, a piccole gemme che vediamo spuntare, ci sono ancora rami secchi da eliminare – spiega Gianni Menicatti, ricercatore del gruppo Clas –ci troviamo in un anno di transizione dove è ancora in atto un dimagrimento forzato dei livelli occupazionali, testimoniato dal numero di cessazioni in aumento e dalla situazione di difficoltà di alcune aziende”.
Di fatto, i licenziamenti avvenuti tra aprile e giugno (8.850) sono superiori rispetto a quelli registrati tra gennaio e marzo (7.230) ed anche di quelli che si erano verificati tra aprile e giugno dello scorso anno (8.400).
Positivo è però il dato relativo alle persone in cerca di occupazione (5.600) che scende del 31% rispetto al numero che era stato riscontrato nel giugno del 2014 (8.700). Calano anche i lavoratori in mobilità (100) dimezzati rispetto allo scorso anno anche se, guardando all’intero semestre, il loro numero è più alto (560) rispetto ai primi sei mesi del 2014 (500 circa).
Le tendenze, se confermate a fine anno, fanno sperare in un calo del tasso di disoccupazione nel lecchese al di sotto del 7% contro il 7,3% del 2014 (dieci anni fa, prima della crisi, il tasso di disoccupati in provincia di Lecco era inferiore al 3%).
Riguardo ai giovani disoccupati, positivo è il dato sugli avviamenti del progetto Garanzia Giovani: come spiegato dal referente del Centro per l’Impiego, Roberto Panzeri, sono stati coinvolti 500 ragazzi dei quali il 49,6% collocati sul mercato; una percentuale significativa se pensiamo che la media regionale relativa allo stesso progetto è pari al 28%.

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