LECCO – L’economia lecchese prova a riprendersi ma la strada pare ancora in salita ed anche il 2014 è stato un anno difficile: il tasso di disoccupazione ha subito un leggero calo, passando dall’8% del 2013 al 7,3% del 2014, ma i posti di lavoro in provincia, al contrario, si sono ridotti (-1200 unità solo nel settore dell’industria, -3%).
Questi sono solo due dei dati del 5° Rapporto dell’Osservatorio Provinciale del Mercato del Lavoro presentato lunedì alla Camera di Commercio e che nella sua realizzazione coinvolge, oltre all’ente bilaterale, anche la Provincia e l’agenzia Network.
Secondo quanto stilato nel report, dal 2008 si contano 3 mila occupati in meno tra i lecchesi, con un tasso di occupazione passato dal 67% di sei anni fa al 65,5% del 2014. Guardando ai settori prodottivi, oltre al dato già citato sull’industria, vengono stimati 500 posti di lavoro in meno nell’edilizia (-4%), una lieve flessione anche per il terziario dove si è però verificata una rilevante riduzione delle assunzioni stagionali.
Diminuisce la quota di assunzioni a tempo indeterminato che erano state previste dalle aziende lecchesi tra il 2008 e il 2014, passando dal 53% sul totale delle nuove assunzioni al 21%; una tendenza confermata anche dagli avviamenti del Centro per l’Impiego.

“Un quadro economico in chiaroscuro ancora non facile da delineare – spiega Luca Schionato, ricercatore del Gruppo Clas e autore del rapporto – tuttavia qualche segnale positivo c’è”. Il decremento del tasso di disoccupazione è uno di questi anche se in realtà, come spiegato dagli stessi esperti del Clas, le statistiche comprendono anche quei lavoratori che vengono assunti fuori dall’area lecchese.
“I lecchesi trovano lavoro ma fuori provincia – spiega sempre dal Clas, Gianni Menicatti – un flusso di avviamenti esterni che supera il 40% e sfiora il 50% per gli impieghi ad alto livello”.
In effetti, se guardiamo alle sole figure “high skill”, circa la metà, tra il 2013 e il 2014, ha trovato impiego fuori provincia, in particolare nell’area milanese, nel monzese e, a seguire con percentuali più basse, anche in provincia di Como, Bergamo, Sondrio e chi anche fuori regione.
Oltre a perdere la propria forza lavoro, Lecco ne attira sempre meno nel proprio territorio, attestando al 30% le assunzioni dei lavoratori non residenti.
Persistono le difficoltà per i giovani che tentano di inserirsi nel mercato del lavoro: secondo le ultime stime, il tasso di disoccupazione giovanile lo scorso anno ha superato il 30% (era al 9% nel 2008) e NEET, ovvero quei ragazzi tra i 15 e i 24 anni che né studiano né lavorano sono ora stabilmente a 7 mila.
Non ci sono buone notizie neppure per i neolaureati per i quali si è ridotto l’assorbimento da parte delle aziende, tranne che per il settore manifatturiero dove l’inserimento dei giovani specializzati è cresciuto, seppur in maniera modesta.
“Il possesso di un titolo universitario si sta dimostrando, a differenza del passato, sempre meno una garanzia per un posto di lavoro adeguato, ben retribuito e con prospettive di carriera e promozione sociale – spiegano i ricercatori del Clas – questa percezione rischia di far crescere una demotivazione a proseguire gli studi dopo la scuola superiore. La presenza di un maggior numero di diplomati in cerca di occupazione renderà certamente più difficile il recupero dei livelli occupazionali per la componente giovanile”. Cala anche il ricorso all’apprendistato, passando dal 9,5% sulle assunzioni che erano state previste nel 2012 a meno del 5% dello scorso anno.
Va meglio per le donne: è infatti in aumento il numero di occupate tra le lecchesi, salito nel 2014 a 61400 contro le 59500 del 2013.

Infine, ampio è stato nel 2014 il ricorso agli ammortizzatori sociali, con oltre 13,6 milioni di ore autorizzate tra cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga.
“Siamo passati da una situazione di disoccupazione fisiologica del passato alla perdita di numerosi posti di lavori negli ultimi anni. I dati di Lecco sono comunque migliori rispetto alla situazione regionale e nazionale” ha sottolineato il segretario della Camera di Commercio, Rossella Pulsoni, che ha aperto la presentazione del report insieme al presidente della Provincia, Flavio Polano, e al segretario della Cisl Lecco-Monza Brianza, Marco Viganò.
“Però, c’è ancora una grande forza positiva nell’economia lecchese – ha proseguito Pulsoni – che va sostenuta, accompagnata, così come la formazione professione, una rigenerazione delle figure che deve partire dalle scuole superiori”.

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