Donne Impresa e Segreto di Penelope, un’accoglienza costruita con mani e cuore

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Il Movimento di Confartigianato ha fatto una donazione per sostenere la bellissima realtà

Artigianato e lavoro manuale come riscatto e sostegno per donne impegnate nel difficilissimo cammino di integrazione

LECCO – Il Movimento Donne Impresa di Confartigianato Imprese Lecco ha incontrato stamattina le rappresentanti del laboratorio di artigianato sociale “Il Segreto di Penelope” per una donazione a sostegno delle attività dell’associazione che si occupa di avvicinare donne migranti alla lavorazione artigianale attraverso laboratori di feltro, cucito e bijoux.

La referente del Movimento Donne di Confartigianato, Silvia Dozio

All’incontro, svolto presso il laboratorio in piazza Cermenati, hanno partecipato la referente del Movimento Donne di Confartigianato, Silvia Dozio, la presidente del Segreto di Penelope, Caterina Cattaneo, le volontarie dell’associazione e alcune donne che partecipano al progetto.

La presidente del Segreto di Penelope, Caterina Cattaneo

“Questa iniziativa trae spunto dall’incontro di qualche mese fa con la scrittrice e amica Maria Giovanna Luini in cui ha presentato il suo ultimo libro ‘Parla come ami’ – ha detto Silvia Dozio -. Al termine ha regalato all’associazione venti copie del suo libro con il desiderio di fare una donazione a una associazione che aiutasse le donne. Grazie a Susanna De Maron sono venuta a conoscenza de ‘Il Segreto di Penelope’ che aiuta le donne a crescere ed emanciparsi. Purtroppo Maria Giovanna non ha potuto essere qui oggi ma credo che essendo il titolo del suo libro ‘Parla come ami’ avrebbe sicuramente avuto parole d’amore per questo progetto”.

“Siamo un gruppo di volontari che nel 2016, in seguito alla grande immigrazione che ha coinvolto il nostro territorio, si è chiesto dove fossero tutte le donne – ha spiegato la presidente Cattaneo -. Si assisteva a un grande passaggio di uomini ma le donne non si vedevano, perciò siamo andati a cercarle là dove le cooperative le ospitavano ma dove restavano spesso chiuse in uno stato di apatia e frustrazione. Da qui è nato il desiderio di dar loro una possibilità di essere in un’Europa che potesse aiutarle a ritrovare la libertà e dar senso alla loro fuga. Nel 2018 un’idea si è trasformata in sperimentazione e grazie all’incontro con una maestra feltraia c’è stata la possibilità di realizzare un grande tappeto collettivo. Intorno a questo tappeto collettivo si è creata unità e si è capito che lavorare con le mani, quindi l’artigianato, era una grande chance per elaborare tanti aspetti di sé”.

Oggi il laboratorio è diventato permanente ed è nata l’associazione “Il Segreto di Penelope”, le donne qui possono trovare un luogo di riscatto, si lavora il feltro, c’è un laboratorio di cucito e uno di gioielli. Un luogo dove nascono opere d’arte che parlano di ciò che tutte queste donne hanno affrontato e stanno affrontando.

“Il focus della nostra associazione è un’accoglienza con il cuore. Il senso è quello di riunirci tra donne e dire ‘siamo qui’, coltivando un rapporto che diventa amicizia e comunità – ha continuato la presidente -. Questo non è un punto di arrivo, ma è un luogo dove le donne si riposano durante il loro difficilissimo cammino di integrazione. Il laboratorio è un luogo dove si può parlare, confidare le proprie paure, le gioie, i pianti. Non è solo il lavoro, ma è un gruppo affettivo che si ritrova per far qualcosa con le mani”.

In pochi anni sono state accolte una trentina di ragazze, alcune di passaggio, altre hanno trovato la loro strada. Il Segreto di Penelope si rivela grazie a un passa parola che porta le ragazze nei bellissimi spazi messi a disposizione dal prevosto don Davide Milani: “Non è fondamentale quanto tempo le ragazze passano qui, ma la qualità di questo tempo – ha concluso la presidente -. Il laboratorio è aperto il martedì, mercoledì e giovedì. E’ bello perché a poco a poco tante persone si sono affezionate alla nostra piccola associazione”.

“Qui abbiamo la possibilità di fare molte esperienze – ha raccontato Joi, una delle prime ragazze accolte dall’associazione -. Nessuna di noi avrebbe mai pensato di poter aver questa possibilità, di imparare a fare queste cose e per noi è davvero meraviglioso”.