Il nuovo governo Conte. Le imprese lecchesi: “Lo giudicheremo dai fatti”

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Il mondo produttivo lecchese commenta il cambio di governo

Le attese: meno tasse sul lavoro, rilancio dei consumi, sguardo all’Europa

LECCO – Il ‘battesimo’ del nuovo governo (Conte bis) è seguito con grande attenzione, non solo dai cittadini ma anche dal mondo produttivo, quello delle imprese che, al contrario dei primi, non si divide tra tifoserie ma si unisce in un coro unanime: occorre concretezza.

Il cambio di squadra e partiti sembra interessare poco gli imprenditori, ciò che conta è favorire lo sviluppo del Paese, dare stabilità e fiducia, sostenere il sistema economico.

Confindustria: “Meno liti e più politiche utili al Paese”

Lorenzo Riva – Confindustria

“Già nelle scorse settimane ci eravamo espressi affinché l’Italia potesse avere un nuovo governo in tempi brevi. Non è importante il colore ma i contenuti – spiega Lorenzo Riva, presidente di Confindustria Lecco – li misureremo sulla legge finanziaria e su quelle cose che per due anni abbiamo chiesto al governo uscente: il taglio del cuneo fiscale per dare più soldi ai nostri lavoratori, favorire gli investimenti, riaprire i cantieri per dare infrastrutture migliori al territorio, meno burocrazia, giustizia più veloce. Vogliamo un Paese che torni ad essere attrattivo per gli investimenti dall’estero e che l’industria sia al centro delle politiche economiche”.

“Misureremo il nuovo Governo dai fatti – prosegue Riva – auspichiamo che non sia litigioso quanto il primo e che si facciano le cose che servono davvero al Paese”.

Gli artigiani: “Serve un cambio di rotta”

Daniele Riva - Confartigianato
Daniele Riva – Confartigianato

“Alle nostre imprese non appassiona il cambio cromatico del Governo da giallo-verde a giallo-rosso: non sono le bandiere, né chi dalle prossime ore siederà sulle poltrone romane a impattare sulla nostra attività, ma i programmi, le idee e la serietà con cui questi vengono portati avanti” commenta Daniele Riva, presidente di Confartigianato Lecco.

“Quello che ci lasciamo alla spalle non è stato affatto un ‘anno bellissimo’: i 14 mesi a trazione Movimento 5 Stelle e Lega si sono chiusi con troppi segni meno e stagnazioni ricorrenti. Il tempo degli slogan è finito da un pezzo, le nostre imprese hanno bisogno più che mai di una svolta – prosegue – Con questo nuovo cambio di rotta chiediamo, e ci aspettiamo, una vera svolta, che incentivi il lavoro, diminuendone i costi, e che rilanci la politica dell’impresa 4.0. Cambiano in parte gli interlocutori, ma le nostre richieste restano le stesse: più incentivi per le assunzioni, più investimenti sia in campo privato che nelle infrastrutture pubbliche, meno burocrazia, più aiuti a chi investe in energie rinnovabili, ripensamento del sistema scolastico per colmare il gap esistente tra domanda e offerta, valorizzando la formazione e l’alternanza scuola/lavoro a favore delle nuove generazioni. Il primo banco di prova sarà la prossima Finanziaria su cui Confartigianato vigilerà negli interessi dei suoi imprenditori”.

“I nostri artigiani, che con le loro imprese sono l’ossatura del sistema economico italiano, sono stanchi di promesse e commedie. Ora è il momento di passare ai fatti, con lucidità”.

 

Le piccole imprese: “Apertura all’Europa irrinunciabile”

Luigi Sabadini – API

“C’è sicuramente soddisfazione per la rapida risoluzione di una crisi che rischiava di destabilizzare la nostra economia e il ruolo dell’Italia sullo scacchiere europeo. Il nuovo governo è quindi un elemento di stabilità e ben venga. Al di la dei partiti, quello che ci interessa sono le azioni concrete e i risultati che vengono ottenuti” sottolinea Luigi Sabadini di API Lecco.

“La rosa dei ministri, che è stata resa nota, dimostra una certa apertura dialogica con l’Europa, irrinunciabile per le nostre imprese che in Europa lavorano ma anche per i risvolti sulle politiche interne e di bilancio. Nei 26 punti che sono stati enunciati c’è sicuramente spazio per le istanze delle piccole medie imprese, dal rilancio delle infrastrutture alla ripresa sul cammino di Industria 4.0. Ci aspettiamo che queste prospettive vengano recepite nella legge di Bilancio e che abbiano il tempo di diventare concrete”.

Confcommercio: “Rilanciare i consumi”

Antonio Peccati – Confcommercio

“La nostra prima preoccupazione è l’aumento dell’Iva, chiunque fosse salito al governo si era detto disposto di scongiurarlo e questo per noi è positivo – spiega il presidente di Confcommercio Lecco, Antonio Peccati – ci dà fiato e respiro. La preoccupazione resta per la frenata della Germania che rallenta la crescita dell’intera Europa. Quello di cui noi abbiamo bisogno è meno preoccupazione, che mette in crisi l’economia, e più serenità verso il futuro per fare ripartire i consumi. Se il cittadino non si sente tranquillo, non spende ma piuttosto risparmia, rimanda gli investimenti se non urgenti. Penso ai giovani e alla paura di poter perdere il posto di lavoro, chi perché precario e chi teme la crisi dell’azienda dove lavora”.

“Tutto ciò frena la nostra economia – conclude Antonio Peccati – Tagliare le tasse va bene, ma per fare in modo che restino più soldi nelle tasche della gente”.