Infortuni sul lavoro: nei primi 7 mesi in Lombardia oltre 66mila denunce, 102 con esito mortale

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Eloisa Dacquino, Segretaria Confederale UIL Lombardia

“Nulla di veramente concreto ed efficace viene messo in atto dalla politica”

LECCO – In Lombardia le denunce di infortunio nei primi sette mesi del 2024 sono state 66.445 (+1,5%), di cui 102 con esito mortale (+5,15% rispetto allo stesso periodo del 2023) e 2.502 le tecnopatie denunciate (+2,63%). Questi i dati resi noti dall’Inail nel consueto aggiornamento mensile Open data, che nell’ambito della nostra regione riguardo le denunce nel complesso evidenzia l’aumento sia di quelle in occasione di lavoro (55.386 +1,06%) che in itinere (11.059 +3,72%).

Riguardo gli infortuni mortali, risultano essere in aumento nella gestione dell’industria e dei servizi, agricoltura e per conto dello Stato. Nel comparto industria l’aumento di infortuni mortali in occasione di lavoro risulta significativo (36, +16,32%).

“In Lombardia e nel resto del Paese – dichiara Eloisa Dacquino, Segretaria Confederale UIL Lombardia – i dati resi noti dall’Inail confermano un quadro allarmante di infortuni, morti sul lavoro e malattie professionali. Nella nostra regione nel solo mese di agosto hanno perso la vita 9 persone, nei primi due giorni di settembre un’altra vita spezzata. Che si sommano ai 102 da inizio anno. L’amara constatazione è che nulla di veramente concreto ed efficace per arginare questa strage quotidiana viene messo in atto dalla politica, sia a livello nazionale che regionale. Continuiamo ad assistere ad iniziative legislative che premiano le imprese, che impongono agli organi di controllo di avvisare dieci giorni prima delle ispezioni, che consentono ai datori di lavoro l’immunità ispettiva in materia di sicurezza e lavoro. E in tutto questo nessun provvedimento a concreta tutela vita della salute e sicurezza sul lavoro, di tutela della vita e della dignità delle persone. Nessuna condizionalità nei confronti delle imprese, nessun investimento sui sistemi di prevenzione, nessun intervento sui settori a maggior rischio infortunistico che come UIL rivendichiamo da tempo. Formazione, addestramento, controlli, sorveglianza, personale ispettivo messo nelle condizioni di operare efficacemente, sono condizioni necessarie per garantire sistemi di prevenzione e tutela. Condizioni che risultano essere per lo più disattese, in un contesto di illegalità diffusa in cui la vita delle persone è messa quotidianamente in pericolo”.