“La via meno battuta”: Confapi incontra l’alpinista Matteo Della Bordella

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Bella serata con il Ragno di Lecco all’interno del ciclo di incontri “ConfAPI Hour”

Un viaggio tra Groenlandia e Patagonia: L’unico modo per limitare i rischi è la conoscenza”

LECCO – “L’unico modo per limitare i rischi è la conoscenza”. Il forte alpinista varesino e Ragno di Lecco Matteo Della Bordella è stato il protagonista del secondo appuntamento con “ConfAPI Hour”, il ciclo di incontri su tematiche extra-lavoro dedicato in esclusiva agli associati. Dopo il successo dell’incontro con l’astrofisico Luca Perri, l’invito è stato rivolto all’ex presidente dei Maglioni Rossi che nella serata dal titolo “La via meno battuta” ha raccontato del suo modo di fare alpinismo guidato dall’istinto e dai sogni.

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Il pubblico presente all’Hangar Manzoni di Pescarenico ha potuto compiere un viaggio incredibile tra Groenlandia e le mitiche montagne della Patagonia: “Due territori fantastici, dove sono stato più volte e dove, oltre all’arrampicata l’avventura assume una dimensione più grande. In particolare, in Groenlandia, abbiamo deciso di effettuare l’avvicinamento alla parete con il kayak, pagaiando per centinaia di chilometri in un mare ricco di insidie”.

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Un alpinismo “by fear means” (con mezzi leali) quello di Matteo Della Bordella, dove l’etica con tanto quanto (se non di più) del risultato finale. Un capitolo importante, non poteva essere altrimenti, è stato dedicato alla Patagonia e al Cerro Torre: “E’ il luogo dove sento il maggior richiamo, dove mi sento a casa e dove ci sono le montagne più belle del mondo. La scalata vera è lì, quelle montagne hanno qualcosa un più. L’ho capito la prima volta che sono andato”.

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La prima vera avventura sulla Torre Egger: “E’ stata una scuola di alpinismo e di vita, sembra retorica ma è stato veramente così. Lì ho imparato ad aspettare il bel tempo per 12 giorni in un buco nella neve. Ho imparato a non mollare mai, tratto tipico dell’alpinismo lecchese e del Ragno Casimiro Ferrari. Continuare e non darsi mai per vinto è una delle chiavi del successo su queste montagne”.

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E poi il rapporto con il rischio e con la morte: “Sulla Torre Egger io e il mio grande compagno di cordata Matteo Bernasconi, dopo un volo siamo rimasti appesi entrambi a un solo friends con 1.000 metri di vuoto sotto. La prima reazione è stata smettere di scalare. Poi ho capito che stavamo spingendo troppo e ci sono dei limiti che, se sorpassi, poi sei in balia degli eventi. Ci son voluti mesi prima di rielaborare tutto”.

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E, inevitabilmente, un ricordo è andato agli amici Matteo Bernasconi e Matteo Pasquetto, entrambi morti nel 2020 in due diversi incidenti in montagna. Compagni con cui aveva condiviso avventure importanti sul Cerro Torre e a cui è dedicata la via Brothers in arms, una nuova salita sull’immensa parete Est del Torre compiuta nel 2022. “E’ stata la realizzazione di un sogno”.

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Tante le domande al termine della bella serata che si è chiusa con il saluto del presidente di Confapi Enrico Vavassori e del direttore Marco Piazza. “Matteo Della Bordella è una eccellenza del territorio come le nostre aziende. Questi incontri sono un momento importante di aggregazione per i nostri associati, ma anche di scoperta di mondi, lavori e tematiche lontani dal nostro quotidiano”.

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Durante la serata Matteo Della Bordella ha annunciato che a breve partirà di nuovo per la Patagonia con il giovane alpinista lecchese Giacomo Mauri, poi ha condiviso un sogno nel cassetto: Una traversata in barca a remi dall’Islanda alla Groenlandia per poi scalare una parete”. La bella serata si è conclusa con un aperitivo preparato dagli studenti del Cfp Aldo Moro di Valmadrera.

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