Lo studio della Cisl sui dati del mercato del lavoro di Lecco
Meno assunzioni ma anche meno licenziamenti, i giovani i più penalizzati
LECCO – Calano le assunzioni ma pure i licenziamenti, il saldo resta positivo seppur di poco: il bilancio finale del 2019 che emerge riguardo al mercato del lavoro lecchese lascia intravedere ancora delle difficoltà. Lo dice lo studio presentato mercoledì in Cisl dalla segretaria Rita Pavan ed Enzo Mesagna.
Gli avviamenti al lavoro lo scorso anno sono diminuiti del 5,5% rispetto al 2018, passando da 37,2 mila a 35,2 mila. Le cessazioni scendono invece del 1,7%, erano 35,4 mila nel 2018 e sono state invece 34,8 mila nel 2019.
I licenziamenti tra gli uomini superano le assunzioni (-22 posti di lavoro e un calo del 8% sulle assunzioni), al femminile invece il dato è positivo (+393), con maggiori avviamenti che cessazioni.
A subire maggiormente il colpo sono i giovani, in particolare nella fascia d’età 15-24 anni (8,4 mila avviamenti rispetto ai 9,1 mila del 2018, -7,7%) e tra i 25-34 anni (9,7 mila contro le 10,4 mila del 2018, -6,8%). Sulle assunzioni giovanili pesa anche il minor ricorso al contratto di apprendistato (-3,5%).
Va meglio invece per gli over 55 che nel 2019 ha registrato un aumento del 1,9% nelle assunzioni.
Contrapposto il trend tra i settori: l’industria ha il calo più evidente delle assunzioni (-22,1%, in totale 10 mila contro le 12,9 mila del 2018) mentre il settore del commercio e dei servizi vede invece un incremento di avviamenti (+3%, 22,6 mila lo scorso anno).
La cassa integrazione ha avuto un forte incremento delle ore autorizzate (+30%) tutte concentrate nell’ultima parte dell’anno soprattutto della cassa integrazione ordinaria.
“Ora siamo ovviamente preoccupati degli effetti che il Coronavirus avrà sul sistema economico ma già nelle scorse settimane, prima che la politica si concentrasse sull’emergenza sanitaria, come sindacato avevamo fatto presente la necessità di interventi sul mercato del lavoro – ha spiegato la segretaria Rita Pavan – preoccupa soprattutto la situazione relativa ai giovani e il minor utilizzo dell’apprendistato. A nostro parere si deve insistere sulla formazione continua, strumento concreto di aiuto alla ricollocazione dei lavoratori”.