Manca personale nel settore socio-sanitario: l’indagine per comprendere i cambiamenti

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Non si trovano assistenti sociali, educatori, operatori socio-sanitari, infermieri

Nasazzi, Fondazione Comunitaria del Lecchese: “A rischio un sistema di welfare e quindi di risposte ai bisogni di chi vive nelle fragilità”

LECCO – Confcooperative dell’Adda, Fondazione Comunitaria del Lecchese e Fondazione Pro Valtellina di Sondrio sostengono insieme una importante Ricerca Sociale sovra-provinciale volta a contrastare le pesanti ricadute della mancanza di forza lavoro sul sistema di Welfare locale.

Alla base di questa scelta la convinzione che il supporto al sistema imprenditoriale non profit nei due contesti locali rappresenti un investimento per la tenuta e lo sviluppo di quel Welfare comunitario così fondamentale per offrire risposte di qualità ai bisogni di cura e per contrastare le diseguaglianze nell’accesso alle opportunità presenti.
Sostenere una Ricerca scientifica presso le principali imprese cooperative e in particolare rivolta alle nuove generazioni di professionisti della cura, può rappresentare un importante punto di partenza per rendere più oggettiva e consistente la lettura di un fenomeno molto grave di carenza di “operatori della cura” che andrà attentamente analizzato e fronteggiato nei prossimi anni.

All’indomani della pandemia le imprese cooperative sociali dei territori di Lecco e Sondrio, e più in generale del contesto lombardo, si sono trovate di fronte ad una crisi di personale senza precedenti. Se questo dato è da considerarsi assolutamente comune a tutti i settori economici e produttivi, nel caso dei servizi di assistenza, cura, educazione e supporto alla persona, esso rischia di avere un impatto altamente preoccupante in riferimento alla tenuta stessa del sistema di welfare, con pesanti ricadute sulle capacità delle comunità locali di dare risposte ai bisogni di persone fragili e famiglie.

Non si trovano assistenti sociali, educatori, operatori socio-sanitari, infermieri e per questo il sistema di risposta non riesce ad esprimersi appieno, arrivando fino a lasciare scoperti alcuni servizi e interventi che richiedono oltre che sensibilità e passione, competenze professionali sempre più sofisticate.

Il sistema della cooperazione sociale valtellinese e lecchese ha lanciato immediatamente il proprio allarme cogliendo l’attenzione e la condivisione in primis degli enti locali ma anche
dell’associazionismo, delle aziende ospedaliere, delle scuole, insomma di tutti quei soggetti
impegnati nell’organizzare e gestire servizi di cura ed educazione verso la popolazione più fragile.
Confcooperative dell’Adda in stretta sinergia con i propri associati Consorzio Consolida Lecco e Consorzio Solco-Sondrio ha rapidamente reagito a questa emergenza introducendo misure e iniziative che via via stanno prendendo forma nei due contesti territoriali. Misure volte ad arginare le urgenze più impellenti ma anche a modificare, a medio e lungo termine, le condizioni di un fenomeno che è ormai da considerarsi strutturale.

Tra queste iniziative ha preso forma l’idea di promuovere un Progetto di ricerca sociale per analizzare in modo scientifico e comprendere le istanze e i cambiamenti che le nuove generazioni portano rispetto alle professioni di Welfare e più in generale dell’economia sociale. Rendere più attrattivo il lavoro sociale e sanitario e le imprese che se ne occupano, ripensare il sistema dei servizi accogliendo le istanze provenienti dai più giovani, possono rappresentare delle leve su cui fare forza e, in prospettiva, invertire una tendenza che sembrerebbe vedere le nuove generazioni meno inclini a scegliere questo tipo di professione.

Ad occuparsi della ricerca sarà la Fondazione Euricse dell’Università di Trento (European Research Institute on Cooperatives and Social Enterpreises) un ente molto accreditato nel supportare il sistema imprenditoriale non profit nello sviluppo di innovazione sociale. I costi dell’iniziativa sono coperti, oltre che da Confcooperative dell’Adda e dai due Consorzi di impresa dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese e la Fondazione Pro Valtellina di Sondrio che, per la prima volta, hanno scelto di investire insieme su questa operazione cogliendo appieno la portata di questa emergenza.

Maria Grazia Nasazzi, Presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese Onlus commenta: “La carenza di “operatori della cura” è un problema che interroga tutti non solo gli addetti ai lavori. A rischio un sistema di welfare e quindi di risposte ai bisogni di chi vive nelle “fragilità “. Come Fondazione comunitaria del Lecchese sosteniamo con convinzione questa iniziativa a fianco della Fondazione Pro Valtellina di Sondrio. Un’occasione di collaborazione importante per le due fondazioni comunitarie e per i territori interessati. Un grazie ai promotori di questo importante Progetto di ricerca sociale”.

Alcuni dati sulla Ricerca

Numero Cooperative sociali coinvolte: 37
Consorzi Sociali: 2
Imprese sociali:1
Numero giovani operatori sociali intervistati: circa 1.200
Tempistiche di realizzazione e risultati: maggio 2023-novembre 2023
Costi della ricerca: 25.000 euro

Copertura costi:
Consorzio Solco Sondrio: Euro 3.000
Consorzio Consolida di Lecco: Euro 3.000
Confcooperative dell’Adda: Euro 9.000
Fondazione Comunitaria del Lecchese Onlus: Euro 5.000
Fondazione Pro Valtellina Onlus: Euro 5.000