Pronte le linee guida per vaccinare in azienda ma l’avanzare della campagna vaccinale le rende superflue
Le associazioni di categoria: “Ora sarebbe uno sforzo vano per le imprese, meglio incrementare le linee negli hub”
LECCO – E’ stato approvato ieri, lunedì, in Regione Lombardia un documento contenente le linee guida per le vaccinazioni dei lavoratori delle aziende che vorranno aderire alla campagna vaccinale contro il Covid.
Un provvedimento che segue il protocollo già siglato il 10 marzo scorso (con Confindustria, Assolombarda e l’Associazione nazionale medici di azienda) e che punta ad aumentare le somministrazioni di vaccino con linee dedicate alle imprese all’interno dei grandi hub massivi e all’interno dei luoghi di lavoro.
“Non appena arriverà il via libera del Commissario governativo per l’emergenza Covid, dunque, la Lombardia potrà avviare la campagna vaccinale non solo nelle aziende, ma anche per le aziende” spiegano dal Pirellone.
Purtroppo, o per fortuna date le motivazioni, questa possibilità non sembra più essere d’interesse per le imprese lecchesi: la campagna vaccinale in Lombardia ha messo l’acceleratore nelle ultime settimane, in questi giorni si stanno vaccinando i quarantenni a giugno si apriranno le prenotazioni anche per gli over 16, coprendo così l’intera fascia di età lavorativa.
“Fortunatamente la vaccinazione della popolazione sta procedendo molto bene e già oggi vede coinvolti tutti, compresi i dipendenti delle nostre aziende e senza costi, al contrario le imprese avrebbero dovuto farsi carico delle spese oltre che dell’organizzazione e questo era un aspetto poco gradito – spiega Vittorio Tonini, segretario di Confartigianato Lecco – le nostre imprese seguiranno quindi il programma regionale già in atto”.
“Abbiamo lavorato tutti in questi mesi per questo obiettivo, il timore era che vi fossero ritardi nelle vaccinazioni invece, dopo una partenza non così soddisfacente, ora la campagna sta proseguendo in maniera ottimale – aggiunge il presidente degli artigiani, Daniele Riva – la nostra idea era quella di alimentare linee vaccinali già esistenti nei grandi centri di vaccinazione, piuttosto che aprirne di nuove nelle imprese che non sarebbe stato semplice per questioni organizzative”.
Lo stesso pensiero condiviso anche dai commercianti: “E’ un problema di costi e di organizzazione- sottolinea Alberto Riva, direttore di Confcommercio Lecco – Tranne le imprese più strutturate, le altre faticherebbero non poco nell’adeguarsi alle misure necessarie per poter effettuare le vaccinazioni direttamente sui luoghi di lavoro: servono spazi idonei, misure di sicurezza e adempimenti amministrativi. Impegni non alla portata di tutti. Al contrario vediamo con favore la possibilità di contribuire con nuove linee vaccinali negli hub come quello del Palataurus”.
Del resto, erano state le stesse associazioni di impresa a contribuire con propri fondi alla partenza del centro vaccinale del Palataurus, rispondendo all’appello del Comune di Lecco.
Anche gli industriali hanno rinnovato la propria disponibilità qualora fosse necessario: “E’ stato dato un forte impulso alla campagna vaccinale e i dati relativi ai contagi, fortunatamente, iniziano a scendere. Come è noto – spiegano da Confindustria Lecco Sondrio – il mondo delle aziende si era reso sin da subito disponibile, con senso di responsabilità, per dare il proprio contributo alla campagna. Essendo cambiate le condizioni le aziende rivaluteranno alla luce degli sviluppi”.
“Per parte nostra -aggiungono – come associazione siamo pronti ad attivarci per collaborare alla definizione delle modalità operative con le ATS del territorio, sapendo comunque che la campagna vaccinale aziendale è subordinata all’autorizzazione del Commissario Straordinario”