Un apiario aziendale dietro Cascina Butto: accordo tra Fomas e Parco del Curone

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Jacopo Guzzoni Marco Molgora
Jacopo Guzzoni, presidente di Fomas e Marco Molgora, presidente del Parco del Curone

La realizzazione dell’apiario aziendale sarà seguita da apiculturaurbana.it

Guzzoni (Fomas): “Un progetto che coniuga due mondi apparentemente lontani come quello del Parco e quello della fabbrica”

 

MONTEVECCHIA – Sono state posizionate nei giorni scorsi le quattro arnie che costituiscono la base di un apiario aziendale che la ditta Fomas sta realizzando in un’area di proprietà del Parco, situata proprio dietro la sede di Cascina Butto. L’iniziativa fa seguito alla convenzione stipulata tra la società Fomas Spa e il Parco di Montevecchia e della Valle del Curone per la realizzazione di un progetto, gestito da Apiculturaurbana.it, che prevede l’installazione e la conduzione completa di un apiario aziendale composto da quattro alveari popolati da api della famiglia di razza italiana (Apis mellifera ligustica).

Non solo, ma a supporto dell’iniziativa saranno organizzati eventi dedicati al personale Fomas, volti alla formazione sul fondamentale ruolo che hanno le api nel preservare la biodiversità ambientale.

Un valore fondamentale come riconosciuto dal presidente del parco del Curone Marco Molgora: “Il Consiglio di Gestione ha subito accolto con favore la richiesta di collaborazione e ha deciso di mettere a disposizione di Fomas Spa un’area di proprietà del Parco per aumentare la presenza delle api nell’ecosistema”.
La scelta di impegnarsi nell’apicoltura rappresenta infatti un importante contributo alla difesa del territorio e alla tutela della biodiversità.
In questi anni la presenza delle api, e degli insetti impollinatori in genere, è messa fortemente a rischio dalle mutazioni climatiche e dall’utilizzo di pesticidi che ne pregiudicano la sopravvivenza, con il rischio di una progressiva riduzione della riproduzione della flora.
L’intervento produce quindi i suoi effetti non solo nell’ambito direttamente interessato dalla presenza delle arnie, ma anche nel territorio circostante, che si avvantaggerà dell’attività di impollinazione delle api.

Un aspetto sottolineato anche da Jacopo Guzzoni, presidente del Gruppo Fomas, multinazionale con sede madre a Osnago: “Sono sempre stato un frequentatore del Parco del Curone, e il legame molto forte con questo territorio mi ha spinto a realizzare un progetto che potesse coniugare due mondi apparentemente lontani: quello della fabbrica e quello del Parco. E l’iniziativa dell’apiario coglie non solo questo obiettivo, ma anche molti altri dal valore intangibile. Da sempre la formazione è alla base dei progetti di Fomas, per questo si è deciso di non limitarsi alla sola installazione dell’apiario, ma sono in previsione eventi formativi rivolti al personale dell’azienda e alle loro famiglie per sensibilizzare il maggior numero di persone”.

Gli fa eco Giuseppe Manno, co-fondatore ed ideatore del progetto
Apicolturaurbana.it: “Oggi i progetti di apicoltura urbana sono diffusi in tutto il mondo. Secondo le Nazioni Unite, sono a rischio estinzione il 40% degli alveari: fare apicoltura in città e nei parchi è possibile e vuol dire proteggerle” commenta.
Le api sono, infatti, esseri viventi fondamentali per l’ambiente e per la sopravvivenza del genere umano, soprattutto per il loro prezioso lavoro di impollinazione: la FAO ha stimato che 71 colture su 100 finiscono sulle nostre tavole grazie al lavoro delle api e che il valore aggiunto dell’impollinazione per le coltivazioni di interesse alimentare in Italia ammonta a 1500 milioni di euro all’anno.
Negli ultimi tempi, però, l’inquinamento e l’uso sempre più massiccio di insetticidi, diserbanti e fitofarmaci e l’erosione della diversità biologica causata dall’agricoltura industriale stanno mettendo a dura prova le api e tutti gli impollinatori che sono alla base del delicato equilibrio dell’ecosistema terrestre. L’apicoltura urbana gioca, per questo, un ruolo di primo piano e costituisce pregio e valore aggiunto delle scelte aziendali: le aree urbane, come in questo caso un parco circondato da comuni, sono diventate luoghi sicuri per le api, lontani dall’inquinamento chimico legato all’agricoltura industriale.