LECCO – Resta stabile il numero delle imprese metalmeccaniche lombarde coinvolte dalla cassa integrazione ordinaria, 267 aziende contro le 263 del semestre precedente, e diminuisce, seppur di poco, il numero di lavoratori coinvolti (6.402 contro i 6.847 del semestre precedente).
Più decisa la riduzione della cassa integrazione straordinaria, quasi dimezzata, utilizzata in 23 aziende (42 nel semestre precedente) con un conseguente calo del numero di lavoratori coinvolti che scende a quota 1.190 (1.961 nel semestre precedente).
Cresce, invece, il ricorso alla mobilità che sale a quota 35 aziende (22 il semestre precedente) con un conseguente incremento del numero di licenziamenti che si attestano a 856 (383 nel semestre precedente), mantenendosi su livelli di guardia.
Resta alto il numero dei licenziamenti, in aumento rispetto al semestre precedente, che si attesta a quota 856 e negli ultimi due anni i lavoratori licenziati sono stati complessivamente 4.160.
Diminuisce il numero dei contratti di solidarietà che passano dai 14 dello scorso semestre agli 8 di quello attuale, e si riduce il numero dei lavoratori interessati da questo ammortizzatore che scendono da 1.097 a 320, confermando il trend di riduzione. Il totale degli accordi stipulati negli ultimi 4 semestri è pari a 73 per un totale di 6.507 lavoratori.
Numeri che, seppur in calo, fanno totalizzare oltre 2.000 posti di lavoro
Sono i numeri raccolti nel report realizzato e diffuso martedì dalla Fim Lombardia, il sindacato dei metalmeccanici della Cisl, che ha dipinto un quadro economico regionale dove molte province ancora arrancano.
I territori maggiormente coinvolti nel ricorso alla cassa integrazione negli ultimi sei mesi sono quelli di Milano (39,49%, 159 aziende, 3.336 lavoratori), Brianza (19,63%), Varese (7,62%) e Bergamo (7,03%). Seguono Brescia e Cremona con il 6% circa e poi gli altri territori con sospensioni minori.
In provincia di Lecco solo 23 aziende hanno fatto ricorso in quest’ultimo semestre a sostegni economici, per un totale di 296 lavoratori coinvolti, tutti in cassa integrazione ordinaria, nessuno in mobilità e nemmeno in cassa integrazione straordinaria.
Tra le aziende metalmeccaniche, nessuna chiusura d’attività è segnalata nel report di questi ultimi sei mesi nel lecchese, al contrario di altri territori come Milano (4 fallimenti e 6 aziende che applicano il contratto di solidarietà), Varese (1 fallimento, un’azienda in cassa straordinaria, 2 in contratto solidarietà) e Cremona (6 aziende in cassa straordinaria).
“In assenza di efficaci politiche industriali, la ripresa dell’industria metalmeccanica lombarda stenta a decollare – avverte il sindacato guidato da Andrea Donegà – La Fim Cisl Lombardia evidenzia la necessità di attuare strategie di sviluppo e di dotazione di infrastrutture digitali, per rafforzare i settori tecnologici, garantire l’accesso al credito per gli investimenti industriali e incentivare la sostenibilità. Infine è necessario intensificare la formazione dei lavoratori per garantire la crescita professionale e di competenze necessarie a rendere più competitive e forti sul mercato le imprese.

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