Sit in dei lavoratori alla Limonta, protesta a “colpi” di salame

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Pacco mensa, premio di produzione e clima aziendale tra i motivi della mobilitazione

Assemblea sindacale ai cancelli della fabbrica, ironia e amarezza al presidio

COSTA MASNAGA – Dopo lo sciopero della scorsa settimana, i lavoratori della Limonta Spa di Costa Masnaga sono tornati a protestare, questa volta all’ingresso dell’azienda con un’assemblea pubblica che si è svolta dopo mezzogiorno ai cancelli della fabbrica, coinvolgendo i lavoratori di entrambi i turni lavorativi.

“Ci sono diverse questioni aperte in Limonta e l’azienda non ascolta la voce dei suoi dipendenti – spiega Nicola Cesana della Filctem Cgil – c’è un problema relativo alle condizioni di lavoro all’interno della fabbrica, di relazione tra direzione e Rsu, questioni specifiche ed economiche, a partire dalla discordanza tra il valore del premio di risultato e le performance di Limonta che sono eccellenti; l’ultimo dato in nostro possesso è di un fatturato di 146 milioni di euro e 15 milioni di utili netti”.

“A questo – prosegue il sindacalista – si aggiunge la sostituzione del sacco mensa e la mancata condivisione di un accordo sugli aumenti contrattuali. E’ una tra le industrie più grandi del lecchese che si comporta come una piccola azienda artigiana, un’azienda che potrebbe e dovrebbe avere relazioni più moderne con i propri dipendenti”.

“Non c’è più discussione alle trattative, l’azienda dice di no a prescindere – denuncia Celeste Sacchi della Uiltec – le proposte che ci vengono fatte sono irricevibili e loro lo sanno. Se non ci saranno sviluppi dopo questa giornata, la protesta continuerà con altre iniziative sindacali”.

Pane e salame

Alle bandiere sindacali e agli striscioni di protesta si è aggiunto un ironico banchetto riportante la scritta “Trattoria Limonta” e due piatti sul tavolo, uno contenente diverse pietanze e nel secondo solo le briciole.

 

“E’ quello che si troveranno in futuro i lavoratori al posto del loro sacco mensa – spiega Massimo Ferni della Femca Cisl – L’azienda dice ai lavoratori che non sarà più possibile fruire del sacchetto che oggi viene distribuito ai lavoratori del secondo e terzo turno che non possono utilizzare il servizio mensa. Serve un luogo idoneo a consumare il pasto ma la Limonta non lo ha identificato e ha preferito dare un’alternativa economica, ovvero un ticket da 2,5 euro che vale molto meno rispetto al pasto oggi servito”.

Così i sindacalisti hanno offerto ai lavoratori pane e salame, diventati in qualche modo il simbolo della protesta odierna.

Non c’è solo la questione mensa

“Il clima in azienda si ripercuote anche nei rapporti tra gli stessi lavoratori  – prosegue Ferni – I ritmi di lavoro, i turni di notte, la pressione quotidiana hanno portato a screzi tra i dipendenti con momenti di tensione. La riposta dell’azienda è quella di licenziare”.

“Nei giorni scorsi è stato lasciato a casa un 54enne, padre di famiglia, per essersi spintonato con un altro dipendente, altri due licenziamenti simili sono avvenuti nelle ultime settimane. Non sono reazioni corrette quelle avute dai lavoratori, ma sono dovuti allo stress e innescate da questioni lavorative.  Noi abbiamo impugnato quei licenziamenti”.