L’ex ministro a Lecco, colloquia con associazioni di categoria e sindacati
Unanime la disapprovazione sulla Finanziaria varata dal Governo
LECCO – “E’ una manovra che fa l’opposto di quanto serve all’Italia. Le tasse aumentano, gli investimenti pubblici diminuiscono, non ci sono incentivi al lavoro. Al contrario è necessaria una strategia che mantenga una crescita sostenibile del nostro Paese e una riduzione del nostro debito pubblico, già elevato e che rischia di crescere ancora”.
Non potrebbe essere più severo il giudizio di Pier Carlo Padoan sulla Legge Finanziaria varata dal governo Lega-M5S e non sono da meno le valutazioni del mondo delle imprese lecchesi, del commercio, dei professionisti e anche del sindacato che venerdì sera hanno partecipato all’incontro con l’ex ministro delle Finanze in Camera di Commercio a Lecco, organizzato dal parlamentare Gian Mario Fragomeli, del Partito Democratico.
Tutti uniti in un’unica voce critica per una politica economica che rischia di compromettere il delicato equilibrio ritrovato dal sistema Italia, dopo una lunga e pesante crisi
Le critiche degli imprenditori lecchesi
Un territorio, quello lecchese, di eccellenza per produzione manifatturiera, per una disoccupazione tra le più basse in Lombardia (5,3%) e seconda in Italia dopo Reggio Emilia per concentrazione di imprese artigiane e per un export che ha toccato i 3,4 miliardi di euro nel 2018.
“E’ grazie al suo Dna che il Sistema lecchese ha superato il difficile periodo economico facendo meglio di altre parti del Paese – ha sottolineato Daniele Riva, presidente della Camera di Commercio e di Confartigianato aprendo l’incontro all’auditorium – Da imprenditori crediamo siano oggi necessari investimenti in infrastrutture, sgravi sugli investimenti, la riduzione del cuneo fiscale, sostegno alla nuova occupazione e alla formazione”.
Necessità che, per gli industriali, sono state tradite dalla legge finanziaria: “Chi è al Governo ci ha dato più volte l’impressione di non conoscere il mondo del lavoro – ha commentato Lorenzo Riva, presidente di Confindustria Lecco-Sondrio – Quota 100 provocherà la fuoriuscita dalle aziende dei lavoratori e delle loro competenze; questo porterà nuovi giovani nelle fabbriche? Peccato che già oggi non troviamo giovani preparati da inserire nei nostri organici, mentre il Governo taglia l’alternanza scuola-lavoro”.
“Noi investiamo sul nostro personale – ha proseguito Riva – ma come possiamo spiegare ai nostri dipendenti che i loro salari sono abbondantemente decurtati dalle imposte, che su stipendi da 29 mila euro annui pagano 7 mila euro di tasse, mentre un libero professionista che guadagna 65 mila euro all’anno deve pagare solo 9 mila euro di imposte?”
Le piccole medie imprese, rappresentate da API, “sono disorientate perché faticano a decifrare la linea di sviluppo che ci attende, tra aspettative gonfiate e dati ben distanti dalla realtà” ha spiegato Enrico Vavassori. Ad Api preoccupa la distanza con i partner europei “oggi siamo all’ultimo posto in Europa per sviluppo economico. La carenza di infrastrutture fisiche, tecnologiche e culturali creano uno svantaggio competitivo rispetto alla concorrenza”.
I Commercianti
La ricetta di Confcommercio è “meno burocrazia, tagli alla spesa pubblica improduttiva, rilancio dei consumi e più investimenti infrastrutturali. Lo diciamo da tempo – è intervenuto Angelo Belgeri, vicepresidente dell’associazione degli esercenti – quest’anno il Governo è riuscito a scongiurare lo scatto delle clausole di salvaguardia e quindi l’aumento dell’Iva. Ma il prossimo anno? Un incremento delle aliquote farebbe crollare la spesa interna e rappresenterebbe un colpo duro per il settore del commercio”.
Le tasse? Aumenteranno
“Il nostro Consiglio Nazionale ha stimato in 13 miliardi di euro l’incremento fiscale – ha spiegato Antonio Rocca, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili – 5,6 miliardi su banche e assicurazioni, auspicando che questi aumenti non ricadano sui correntisti, 2,4 miliardi sulle imprese. Abrogate Iri e Ace, le agevolazioni per le imprese hanno subito un taglio di 4,8 miliardi di euro”.
Il giudizio dei sindacati
“E’ una manovra che non va nella direzione giusta – lo ribadisce anche la Cgil di Lecco attraverso le parole del suo segretario Diego Riva – e ancora una volta i corpi intermedi vengono ignorati mentre nel nostro territorio tutti insieme abbiamo affrontato10 anni di dura crisi. Quanto proposto dal Governo non è nulla di nuovo, ci fa fare passi indietro nei confronti delle persone che rappresentiamo”.