LECCO – Le bandiere dei sindacati hanno sventolato sul lungolago di Lecco, venerdì mattina, per lo sciopero dei lavoratori del turismo, dei servizi e della ristorazione che protestano per il mancato rinnovo del contratto collettivo e per le difficoltà vissute dagli operatori nella loro quotidianità lavorativa.
“Il rinnovo del contratto è fermo da 30 mesi in tutti i settori, mense, catene di ristoranti, fast food, imprese di pulizie, bar e catene di alberghi, farmacie private – spiega il segretario di Filcams Cgil, Stefania Sorrentino – non solo: i nostri timori è che possano andare a toccare i diritti dei lavoratori modificando l’articolo riguardante gli appalti, portando ad un azzeramento della situazione lavorativa del dipendente ad ogni cambio di appalto”.
A protestare, con un presidio di fronte al Mc Donald’s di Lecco sono soprattutto le lavoratrici delle mense e addette alle pulizie di strutture sanitarie come l’ospedale di Lecco, La Nostra Famiglia, Villa Beretta, dell’Inps e dell’Inail.
“Il lavoro che svolgono è fondamentale ed ha un ruolo sociale – prosegue Tina Coviello, segretaria di Fisascat Cisl – si tratta per la maggior parte di donne, lavoratrici part time non per scelta ma perché così è strutturato il settore, prendono quindi uno stipendi dimezzato e prenderanno una pensione dimezzata. Il contratto nazionale è lo strumento principe e deve garantire condizioni dignitose ai lavoratori in un settore dove oggi regna la confusione, nelle regole sugli appalti ma anche per i comportamenti delle aziende”.
Tra questi “ritardi nei pagamenti degli stipendi e utilizzo selvaggio dei voucher – sottolinea Sorrentino – e oggi protestiamo di fronte ad una catena che ne fa uso anche in modo improprio”.
Presto anche i lavoratori delle grandi catene di supermercati torneranno a protestare: è infatti previsto uno sciopero il 28 maggio.
“La situazione è analoga a quella di questi lavoratori – spiega Fabrizio Bonfanti di Uiltucs – un settore di lavoro prevalentemente femminile e precario, con contratti a tempo determinato, posizioni di debolezza dei lavoratori che diventano facilmente ricattabili”.