Trafilerie Brambilla, Piazza: “Svanite le promesse dei proprietari”

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Mauro Piazza
Mauro Piazza

CALOLZIO – “Ho portato la mia forte preoccupazione per la vicenda delle Trafilerie ex Brambilla ora Trafilerie del Lario alla Commissione Attività produttive del Consiglio della Regione Lombardia, una preoccupazione che è anche quella dei lavoratori e delle istituzioni lecchesi”. Così Mauro Piazza all’indomani della seduta di giovedì in cui è stato trattato il caso dell’azienda calolziese.

Il timore, per il consigliere regionale,  non riguarda solo i termini di una necessaria attenzione alle crisi aziendali territoriali soprattutto l’andamento della vicenda occupazionale: “Rischiamo che si crei il precedente di una forzatura del diritto del lavoro e della tutela dei dipendenti che procede da questa vicenda e che va subito condannata”.

Piazza ha evidenziato “con rammarico l’assenza della proprietà in Commissione, posto che va oggi chiarito come vi sia una proprietà uscente, che ha ripetutamente dato delle garanzie che oggi sono svanite e di cui sembra non farsi carico, e una proprietà entrante che sta ora ponendo condizioni pesanti sulla pelle dei lavoratori”, prosegue Piazza.

“Dal video su you tube dove l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, a nome della proprietà, magnificava le sorti dell’azienda poco più di un anno fa, siamo arrivati fino alla situazione attuale, dove si tenta una forzatura sul fronte del diritto del lavoro lasciando molte persone senza occupazione e altre in condizioni contrattuali peggiorative”.

Al sindacato è stato chiesto un atteggiamento “pacato e collaborativo” in vista di una soluzione che tutelasse l’occupazione, salvo poi vedere un clamoroso cambio di atteggiamento: “Ho chiesto di coinvolgere anche l’assessore Valentina Aprea al fine di censurare subito questo tipo di comportamento che vede addirittura in contrasto due sedi della Confindustria, Lecco e Bergamo, sull’atteggiamento tenuto dalla proprietà entrante”.

“Mi sento di condividere la lettura della vicenda data dal sindacato: per evitare a tutti i costi un fallimento (che avrebbe permesso una gestione più lineare della tutela del lavoro) e le responsabilità che ne conseguono, è stata fatta una forzatura sulla pelle dei lavoratori con il passaggio alla nuova proprietà turca”, conclude Piazza.