Tubettificio, tutti assunti ma con stipendi ridotti? La proposta divide

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Alcuni dei lavoratori del Tubettificio, con loro anche Enrico Azzardo (Uilm)
Alcuni dei lavoratori del Tubettificio, con loro anche Enrico Azzardo (Uilm)
Alcuni dei lavoratori del Tubettificio, con loro anche Enrico Azzardo (Uilm)

LECCO – Continua il confronto tra sindacati e Tubettificio riguardo al futuro dei lavoratori: se la proprietà aveva proposto l’assunzione immediata di una sessantina di dipendenti nella nuova srl del Tubettificio che dovrebbe nascere a fine maggio, i sindacati spingono affinché la nuova società assorba tutte le oltre cento maestranze.

La controproposta dei sindacati è giunta in un incontro avvenuto giovedì mattina nella sede di Pescarenico con la direzione aziendale, un confronto “duro e acceso” spiegano i sindacalisti, durante il quale l’azienda ha posto delle condizioni all’eventuale assunzione di tutto l’organico attualmente in forze al Tubettificio: il taglio sui costi del lavoro, ovvero una riduzione della busta paga rispetto a quella oggi percepita dai dipendenti.

“Si tratta di una riduzione tra i duemila e i cinquemila euro all’anno per dipendente” spiega l’ex Rsu, Giuseppe Mancuso. I lavoratori denunciano la possibilità che l’azienda metta mano anche al premio di produzione e al premio individuale oltre a ribadire che dal 2008 attendono il rinnovo del contratto aziendale.

Giovanni Gianola (Fim)
Giovanni Gianola (Fim)

“La nostra preoccupazione – ha proseguito Mancuso – è che ci riducano lo stipendio per poi lasciarci a casa tutti dopo pochi mesi. Quello che vorremmo sono garanzie”.

Lo stesso pensiero condiviso dalla Fim Cisl: “Le condizioni possono divenire accettabili se dall’altra parte vi è una proposta credibile – ha spiegato Giovanni Gianola – se c’è possibilità di futuro si discute di tutto, i superminimi non sono un argomento tabù per il sindacato che rappresento ma ci deve essere una proposta credibile e l’azienda deve palesare il proprio piano aziendale, deve essere disposta ad investire”.

Intervenire al ribasso sugli stipendi è qualcosa di “sindacalmente inaccettabile per la Fiom – ha affermato Mauro Castelli dei metalmeccanici Cgil – l’alternativa è capire quanti dei lavoratori passeranno alla nuova società e quanti invece, per mobilità volontaria o accompagnamento alla pensione, resteranno nella srl e in base al loro numero fare della valutazioni”.

Per questo motivo i sindacati hanno promosso un sondaggio tra i dipendenti che si chiuderà il 30 aprile e attraverso il quale si potrà delineare meglio la situazione tra quanti vogliono essere assorbiti dalla Srl. L’assunzione potrebbe avvenire per accordo individuale tra azienda e lavoratore, bypassando i sindacati, e questo, spiegano gli stessi lavoratori, li renderebbe “deboli e attaccabili”.

Mauro Castelli (Fiom)
Mauro Castelli (Fiom)

L’accordo al ribasso per salvaguardare i posti di lavoro non è  invece da escludere per la Uil: “Poco vale preservare un superminimo importante se poi la nuova società non decolla e si finisce per ingrossare le file dei disoccupati – ha sostenuto il sindacalista Enrico Azzaro – Chiaramente se tutta questa operazione fosse partita con i criteri giusti lo scorso anno, con le vecchie normative sugli ammortizzatori, avremmo parlato in termini rafforzativi, oggi invece ci troviamo a fare una scelta che può portare a rivedere i costi generali dell’azienda. La scommessa è che , con un’azienda più pulita, si concretizzino quella manifestazioni di interesse che ci sono state accennate”.

Il riferimento è ad alcune cordate di imprenditori che si sarebbero fatte avanti con la proprietà, si parla di imprenditori locali, cinesi, tedeschi e di un fondo di investimenti, ma finora, fanno sapere dalla Fiom, non ci sono stati riscontri diretti da parte dei sindacati verso eventuali interessati.