Lecco ultima in Lombardia per aree verdi pubbliche, 14m/abitante

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Il parco di via Belvedere
Il parco di via Belvedere

 

LECCO – Spetta alla città di Como il secondo gradino del podio nella speciale classifica dei capoluoghi lombardi con più verde urbano fruibile dai cittadini, con 69 metri quadri per abitante.

A rivelarlo è uno studio di Coldiretti Como Lecco su dati della Camera di Commercio di Como, che vede il capoluogo lariano attestarsi, addirittura, all’11° posto nazionale. Sull’altra sponda del Lario, invece, la situazione è ben diversa — prosegue l’associazione degli agricoltori — e vede la città Lecco come ultima provincia della Lombardia, e la 75sima a livello italiano, per quantità di verde pubblico fruibile in area urbana per abitante, con 14,1 metri quadri.

“Quando raccontiamo del verde in città, non parliamo solo di elementi estetici, ma di una vera e propria “barriera anti-smog”. Parchi, alberi, verde pubblico e privato, rappresentano veri e propri strumenti per la gestione dell’inquinamento e per il miglioramento della qualità della vita” ricorda il presidente della Coldiretti lariana, Fortunato Trezzi, nel sottolineare l’importanza del così detto “bonus verde”, inserito nell’ultima manovra finanziaria italiana «che prevede delle detrazioni del 36% per la cura del verde privato come terrazzi e giardini, anche condominiali. “Si tratta di una misura importante per favorire la diffusione di parchi e alberi in città, capaci di catturare le polveri e ridurre il livello di inquinamento”.

Le aziende che si occupano della gestione del verde sul Lario — ricorda l’associazione degli agricoltori — sono in totale 1180, 774 di queste si trova nella provincia di Como, mentre 406 in quella di Lecco.

La produzione di piante — ricorda Coldiretti — è un fattore determinante nella lotta all’inquinamento, basti pensare che 2.000 ettari di verde possono abbattere 100 tonnellate di PM10 e gas ogni anno. Larici, cipressi, salici, pioppi, betulle, tigli, ontani e aceri, sono le varietà di alberi più “mangia smog”. Un ippocastano, ad esempio, riesce a fermare in media ogni anno 225 grammi di polveri sottili, un tiglio invece supera i 250, una farnia 170, e una magnolia 111, mentre un acero riccio — conclude Coldiretti — sfiora i 190 grammi l’anno.