Sanità, l’indagine della Cisl: “I cittadini rinunciano alle cure per i tempi di attesa lunghi”

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L’indagine condotta dal sindacato tra gli iscritti

Il 41% dei lecchesi intervistati rinuncia alle cure per motivi economici, il 64,6% per le liste di attesa troppo lunghe

LECCO – Sempre più cittadini rinunciano alle cure per motivi economici e per i lunghi tempi di attesa. E’ il quadro tratteggiato dall’indagine condotta tra gli iscritti Cisl ‘Servizio Sanitario in Lombardia’ curata da BiblioLavoro, il centro studi del sindacato. Per quanto riguarda la nostra Provincia, Lecco, è emerso come il 41% degli intervistati rinunci alle cure sanitarie per motivi economici mentre il 64,6% per le liste di attesa troppo lunghe.

L’importanza dell’indagine

“Il dialogo costante con i nostri iscritti è la linfa vitale che alimenta il nostro sindacato — commenta Fabio Nava, segretario generale aggiunto CISL Lombardia – Un confronto continuo che ci permette di costruire un’organizzazione che vuole mettere le persone al centro, rappresentandole e tutelandole con la massima efficacia, partendo proprio dal Ioro attento ascolto. Negli ultimi anni, dai diversi territori lombardi abbiamo ricevuto numerose segnalazioni e richieste relative al tema della sanità. La gente ne parla, le persone ne parlano, e in questo continuo parlarne ognuno costruisce una propria opinione, un proprio punto di vista, un proprio schema di priorità e necessità. Le liste d’attesa, in particolare, sono emerse come una delle criticità più sentite dai cittadini. Per questo, forti delle esperienze passate, ci siamo convinti della necessità di utilizzare Io strumento della survey on line per raccogliere in maniera strutturata le valutazioni degli iscritti della Cisl Lombardia”.

“L’indagine ci ha permesso di ottenere un quadro chiaro e strutturato delle criticità vissute dai nostri iscritti, fornendoci dati concreti e attendibili da utilizzare durante i confronti ai tavoli regionali dandoci la possibilità di formulare proposte sindacali concrete e incisive —aggiunge Roberta Vaia, segretaria regionale CISL Lombardia – La risposta dei nostri iscritti è stata, come sempre, straordinaria. Ben 11.520 associati hanno partecipato alla survey, garantendo un’analisi dettagliata delle problematiche legate all’accesso alle cure sanitarie in Lombardia. I dati raccolti evidenziano rinunce alle cure a causa di tempi di attesa troppo lunghi, difficolta nell’accesso a visite specialistiche, esami diagnostici e ricoveri oltre a carenze nell’assistenza domiciliare integrata”.

Temp di attesa lunghi: il principale motivo di rinuncia alle cure

Sono proprio i tempi di attesa il principale motivo di rinuncia alle cure: a livello regionale, il tempo massimo d’attesa previsto dal codice di priorità indicato neII’impegnativa dal medico non è stato rispettato in quasi la metà delle visite di specialistica ambulatoriale con priorità U (urgente); per le altre priorità B (breve) e D (differibile) il mancato rispetto del tempo d’attesa è stato superiore nel 40% dei casi. I tempi massimi d’attesa nel 44,5% degli esami indicati come urgenti non sono stati rispettati. Per gli esami con priorità di 10 giorni e per quelli con priorità di 60 giorni, l’erogazione è stata successiva, rispettivamente, nel 40,3% e nel 18,0% dei casi. Nei ricoveri programmati il 74,5% ha rispettato le classi di priorità, uno su quattro no. Il tempo d’attesa in Pronto soccorso tra la presa in carico del paziente e il ricovero in reparto è stato in media di otto ore, con picchi fino a 48 ore. I tempi di attesa per gli esami diagnostici sono il motivo prevalente nella scelta di fruire della prestazione a pagamento in tutte le province (75% a Lecco).

A Lecco l’80% dei ricoveri effettuato nella stessa provincia di residenza

Per quanto riguarda i ricoveri, essi vengono svolti fuori provincia soprattutto a Sondrio (50,0%), Monza e Brianza (44,4%) e Pavia (40,0%), mentre fuori regione sono usufruiti dagli intervistati prevalentemente nella provincia di Mantova (50%), seguita con distacco da Lodi (22,2%) e Brescia (11,1%). Emergono in termini positivi le province di Bergamo (89,5%), Milano (84,4%) e Lecco (80,0%) per ricoveri effettuati nella stessa provincia di residenza.

Le proposte della Cisl

“Lo sviluppo di una sanità di prossimità, integrata con i servizi sociosanitari e sociali, insieme al mantenimento di alti livelli di qualità della rete specialistico-ospedaliera e della ricerca, sono concordemente considerati la via maestra per avere un servizio sanitario capace di rispondere a future emergenze sanitarie e a crescenti bisogni di salute di una popolazione il cui profilo epidemiologico-demografico è in chiara evoluzione e trasformazione verso condizioni di maggiore e più diffusa fragilità e complessità clinica” fanno sapere dalla Cisl.

“Il nostro impegno non si ferma qui”

“Questi dati rappresentano un patrimonio prezioso per il nostro sindacato. Li utilizzeremo con forza per portare avanti le nostre proposte a favore di un sistema sanitario lombardo più efficiente, equo e accessibile a tutti i cittadini. L’impegno della CISL Lombardia per la tutela del diritto alla salute non si ferma qui. Anche perché, quando la risposta del Servizio Sanitario ai bisogni di salute non garantisce a tutti che i tempi d’attesa della presa in carico siano adeguati al migliore esito clinico del percorso di cura, la scelta del luogo e dei professionisti sanitari da parte delle persone non può essere considerata libera. Infatti, la principale motivazione che ha spinto gli intervistati a preferire prestazioni a pagamento non è stata la libera scelta sul «dove» e «da chi» farsi curare, ma una scelta “obbligata” – conclude Vaia – Continueremo quindi a monitorare la situazione con attenzione e a promuovere iniziative concrete per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria in Lombardia”.

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