Mozione bipartisan su sistema carcerario e riforma giustizia penale e civile

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MILANO – Inviare a Camera e Senato i documenti elaborati dai Comitati dei detenuti, acquisiti dalla Commissione Speciale Carceri, affinché il Parlamento si occupi della situazione e prenda decisioni efficaci sui temi della giustizia penale e civile.

E’ l’invito rivolto ai Presidenti della Giunta e del Consiglio regionale dai firmatari di una mozione bipartisan. Nei documenti, i Comitati segnalano in particolare che il malfunzionamento della giustizia e il ritardo nella riforma procura ricadute critiche sulle strutture penitenziarie e sulle condizioni di vita nelle comunità in cui si trovano a vivere e lavorare i carcerati.

La mozione è stata illustrata da Fabio Pizzul (PD), che ha ricordato come molti degli argomenti messi in evidenza nel documento siano emersi proprio dagli incontri e dai sopralluoghi che la Commissione Speciale Carceri ha tenuto nelle scorse settimane.

Oltre 23 mila detenuti in tutta Italia (3200 in Lombardia), nelle settimane scorse, hanno dato vita a una manifestazione non violenta all’interno delle carceri per chiedere provvedimenti di amnistia, indulto e misure di riforma dell’ordinamento giudiziario, sia sul fronte penale che civile.

“Il sovraffollamento di alcune carceri, come San Vittore e Canton Mombello a Brescia – ha detto il primo firmatario Stefano Carugo, che è anche Presidente della Commissione Speciale Carceri – è oramai a livelli inaccettabili sia per le persone detenute che per uno Stato democratico. Per altro questa situazione di malfunzionamento della giustizia civile procura, stando alle stime di costituzionalisti e penalisti, una perdita economica del’1% del PIL. Per questo invitiamo la Giunta e il Consiglio a farsi carico di questa responsabilità nei confronti del Parlamento”.

Nella mozione si chiede inoltre di inviare il testo al Presidente della Repubblica, affinché possa esortare le Camere a dibattere e legiferare urgentemente su un tema che è “di prioritario interesse civile ed economico per ricondurre l’Italia entro i binari della legalità stabilita dalle Convenzioni internazionali”.