LECCO – Una serata sicuramente da ricordare quella andata in scena ieri, martedì 4 ottobre, al Palladium di Castello e firmata Gruppo Gamma: ospite d’eccezione il grande alpinista americano Colin Haley, considerato oggi uno dei più forti scalatori al mondo, invitato dal gruppo lecchese per una conferenza “illustrata” sul suo incredibile alpinismo.
E proprio incredibile è la parola che le oltre duecento persone in platea avranno pensato nel vedere quelle foto, semplice ma efficace diario di scalata nei posti più belli del mondo, raccontate con passione dal 32enne e tradotte per il pubblico da Luca Calvi.
“Ho scalato in tantissimi posti – ha esordito l’alpinista, nato nel 1984 a Seattle – ma nessun posto mi ha incantato come la Patagonia dove sono stato per la prima volta nel 2003”. E proprio alla Patagonia, e in particolare alla prima ripetizione della traversata del gruppo del Cerro Torre compiuta in giornata il 31 gennaio scorso con il connazionale Alex Honnold, è stata dedicata la serata.
Un’impresa eccezionale, quella di Haley e Honnold, che nell’incredibile tempo di 20 ore e 40 minuti hanno scalato e attraversato il versante occidentale della montagna, raggiungendo le vette del Cerro Standhardt (2800m), Punta Herron (2820m), Torre Egger (2950) e Cerro Torre (El Torre, 3128 m).
Una decina di giorni prima Colin Haley aveva compiuto la prima salita in solitaria della Torre Egger e della Punta Herron (17 ore di scalata).
Ascese impegnative e non esenti da sofferenze, come ha raccontato l’alpinista di foto in foto, partendo dalle origini di quella “pazza ma bellissima” idea di compiere la traversata del Cerro Torre, pensata da Andrea Sarchi e messa in pratica per la prima volta a fine anni ‘80 con Ermanno Salvaterra. Un tentativo non riuscito, che nel 2007 riporta Salvaterra in Patagonia per riprovarci: questa volta l’alpinista si ferma al colle tra la Torre Egger e El Torre, rendendo chiaro a tutti quelli che lo avevano seguito fino ad allora che “non solo la traversata era fattibile ma che sarebbe stata compiuta presto”.
“Al mio 4° viaggio in Patagonia, nel 2008, sapevo di non essere ancora pronto per la traversata completa ma speravo di riuscire a salire almeno le prime due punte – ha raccontato Colin Haley – durante la mia permanenza mi allenai su diverse vie ma poi, come spesso accade in Patagonia, il brutto tempo non mi ha permesso di tentare. Così stavo per rientrare in America dove avrei dovuto cominciare l’università quando Rolando Garibotti mi propose di restare e tentare insieme la traversata completa…cambiai subito biglietto aereo e cancellai l’iscrizione ai corsi in università rimandandoli al semestre successivo”.
Garibotti e Haley hanno compiuto la prima traversata del gruppo del Torre in 4 giorni (21-24 gennaio 2008). Un’esperienza non solo alpinistica, come ha ricordato il 32enne, “ma soprattutto di formazione: Rolando mi ha fatto capire che cosa puoi fare con le tue capacità, se ci credi, è stata una delle più belle e importanti scalate della mia vita”.
Da quell’indimenticabile salita la voglia di riprovarci, questa volta in giornata, scalando in conserva: “Ho cominciato ad allenarmi su roccia, volevo scalare da primo le parti che aveva tirato Garibotti. Quindi incontrai il mio amico Alex Honnold, e insieme tentammo l’impresa…le pessime condizioni metereologiche e il forte vento ci costrinsero a calarci dalla via dei Ragni sul Torre a pochi metri dalla vetta, fu un’esperienza tremenda, uno sforzo fisico di 53 ore, di cui svariate a cercare di ripararci dal vento che più volte ha rischiato di buttarci giù dalla parete…Al nostro rientro Alex mi disse che non avrebbe ai più scalato…ma per fortuna noi alpinisti abbiamo la memoria corta e un anno dopo siamo tornati, questa volta pronti e fortunati col meteo.”
La bella serata è terminata con una carrellata di (spettacolari) fotografie, raffiguranti le più belle scalate dell’alpinista. Un personaggio, un alpinista, sicuramente da ricordare e da ammirare quello di Colin Haley, complice la semplicità e la gentilezza, espressa in un sorriso generoso. “E’ stato un onore per i Gamma e Lecco avere un grande come Colin ospite per una serata – ha commentato il presidente dei Gamma Giovanni Spada – speriamo che le sue parole e la sua esperienza possano rilanciare in qualche modo il rapporto tra alpinismo e cittadinanza, con attenzione verso i giovani, su cui noi puntiamo molto”.
Mercoledì mattino presso lo Sport Hub è stato poi organizzato un momento di incontro con l’alpinista che ha potuto raccontare qualcosa in più di sé, incalzato dalle domande dei presenti. Alpinismo, Patagonia, arrampicata, sogni ma anche ricordi sono stati al centro della chiacchierata.
“Ho dedicato la mia vita all’arrampicata, è quello che faccio sin da quando sono piccolo – ha raccontato – ho viaggiato parecchio e continuerò a farlo”.
Inevitabile un accenno alla questione Cesare Maestri e Cerro Torre, con l’alpinista americano che non ha fatto mistero della sua posizione: “Onestamente per me non è importante sapere se Maestri ha scalato il Cerro Torre o meno, perché chiunque abbia scalato questa montagna sa che non è così. Mi interessa più sapere cos’è successo, le circostanze della morte di Toni Egger, a che punto della via erano arrivati: penso che ci siano ancora buone possibilità che Maestri racconti cosa è veramente accaduto. Il popolo alpinista capirebbe e perdonerebbe la sua bugia sulla scalata e io stesso se trovasse il coraggio di raccontare la vera storia lo ammirerei per il coraggio. Gentilezza e onestà contano molto più delle grandi imprese” ha concluso.
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