MANDELLO – Era il 1963 quando Giorgio Redaelli, classe 1935, origini mandellesi e una storia alpinistica che l’ha portato a salire nel corso degli anni le montagne dell’intero arco alpino, scalava in prima invernale la via Solleder-Lettenbauer sulla parete nord-ovest del Civetta. Una salita entrata nella storia dell’alpinismo, che Redaelli “firmò” con il coetaneo Ignazio Piussi (morto nel 2008) e con Toni Hiebeler, classe 1924, scomparso nel 1984 in un incidente in elicottero mentre si trovava sulle Alpi Giulie per una spedizione fotografica.
Da quella mitica ascensione, considerata come detto una tra le più grandi imprese dell’alpinismo invernale, sono passati cinquant’anni e di recente l’anniversario è stato celebrato – per iniziativa del Cai Belluno – ai 2.250 metri del rifugio Attilio Tissi, in vetta al Col Reàn e in posizione panoramica proprio sulla parete nord-ovest del Civetta.
Una festa doppia, va detto, perché unita a quella per il mezzo secolo del rifugio, fiore all’occhiello del Club Alpino bellunese, inaugurato dunque a sua volta nel ’63 pochi mesi dopo la grande impresa di Redaelli, Piussi e Hiebeler, che peraltro proprio in quella circostanza ebbero modo di usufruire di quella “capanna”, già pressoché ultimata tra febbraio e marzo, quando appunto venne effettuata la prima invernale della Solleder-Lettenbauer.
“Una delle più belle giornate dell’alpinismo si è oggi conclusa nel modo più entusiasmante sulla Civetta. La muraglia di 1.200 metri, che nessuno aveva mai osato affrontare in inverno, è stata vinta, a poche ore di distanza, da due cordate di giovani dal cuore intrepido…”. Con queste parole, il 7 marzo 1963, il “Gazzettino” apriva l’articolo dedicato al “Trionfo degli alpinisti impegnati sulla Civetta”. Il giornale raccontò quell’ascensione dedicando all’impresa una serie di articoli.
Raccontava di due cordate “di giovani dal cuore intrepido”, l’articolo del “Gazzettino”. E in effetti alcune ore dopo che Redaelli, Piussi e Hiebeler avevano portato a termine l’ascensione, a completare quella storica salita furono anche Roberto Sorgato, Marcello Bonafede e Natale Menegus. Sorgato e Bonafede (bellunese il primo, di San Vito di Cadore il secondo) erano presenti a loro volta alla festa al rifugio Tissi, introdotta dalla proiezione del filmato sulla Solleder realizzato da Giorgio Redaelli.
Una cerimonia anche lecchese, dunque, a cui non ha voluto mancare Marco Anghileri (che nel 2000 aveva portato a termine la prima solitaria invernale della stessa via del Civetta scalata 50 anni fa da Redaelli), oltre a Crimella e a Villa del Cai Valmadrera.
“E’ stata una gran bella festa – è il commento di Giorgio Redaelli, che ora risiede a Cassina Valsassina e che fino al 2007 ha gestito con sua moglie Aurora il rifugio dei Piani di Artavaggio che portava il nome proprio della compagna della sua vita – e un’occasione per ritrovare vecchi amici e ricordare un’ascensione sempre scolpita nei miei occhi e nel mio cuore”.