Nel week-end scorso otto atleti hanno tentato una nuova linea davanti al rifugio Azzoni
Uno sport in continua espansione: allenamento, concentrazione e tanto tanto coraggio
LECCO – Una “passeggiata” su una fettuccia larga pochi centimetri e sospesi nel vuoto a centinaia di metri di altezza tra le guglie della Torre di Valnegra sul Resegone. E’ lo spettacolo a cui hanno potuto assistere quanti, lo scorso week-end, sono passati dal rifugio Azzoni.
La slackline è un esercizio di equilibrio e bilanciamento, ci vogliono concentrazione e, specialmente quando si parla di highline, tanto tanto coraggio. Una specialità che nasce negli Stati Uniti nei primi Anni ’80 dove si sviluppa specialmente nell’ambiente dell’arrampicata sportiva e diventata famoso in tutto il mondo negli ultimi 10-15 anni anche grazie a personaggi come il grande Dean Potter.
Anche nel nostro territorio, ovviamente, non mancano gli interpreti di questa specialità adrenalinica, che nasce come una fettuccia tesa tra due alberi a poche decine di centimetri di altezza, ma tra le varie evoluzione vede la highline, probabilmente la più spettacolare e impressionante delle varianti dello slacklining, che consiste nel tendere la fettuccia ad un’altezza considerevole.
Immaginatevi l’emozione dei fortunati che hanno potuto assistere alla performance inattesa: cuore in gola e pelle d’oca nel vedere queste persone, a metà tra sportivi e artisti, camminare su un filo in un ambiente unico e maestoso cercando di percorrere la sottilissima linea che univa due picchi di roccia del Resegone.
Otto gli amici e componenti della crew che lo scorso fine settimana ha montato la slackline al Resegone: “Siamo arrivati il 9 ottobre e abbiamo lasciato questo meraviglioso luogo il giorno successivo – raccontano -. Eravamo in otto atleti, la maggior parte provenienti dai gruppi sportivi Slackline Brianza, Slackline Milano e Slackline Brescia. La linea era lunga 117 metri in un vuoto di circa 170 metri (coordinate 45°51’20″N 9°28’20″E). Così come accade per le vie di arrampicata, la linea non ha ancora un nome visto che nessuno (anche se per poco) è riuscito a percorrerla nella sua interezza. Infine, un grazie al cortese personale del Rifugio Azzoni che lo rende un posto a tutti noi caro”.
E’ bene sottolineare che non stiamo parlando di “pazzi”, ma lo slecklining è una pratica sportiva vera e propria che richiede tantissimo allenamento fisico e mentale. E poi, un po’ come nell’arrampicata, gli atleti si muovono in totale sicurezza indossando un’imbragatura legata con una corda alla stessa fettuccia. Le highline, poi, vengono attaccate ad alcuni spit, come quelli utilizzati nella chiodatura di vie di arrampicata sportiva. Viene inoltre montata una corda di backup legata ad ancoraggi separati, che funge da assicurazione aggiuntiva nel caso di un cedimento del materiale che tiene tesa la fettuccia.
In attesa di poter vedere questi funamboli dal vivo e vivere da vicino emozioni forti, gustiamoci queste impressionanti fotografie… uno spettacolo sconsigliato ai deboli di cuore!
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