Montagna. Nove anni fa l’addio a Marco Anghileri: “Il mio ricordo più bello”

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marco anghileri
Marco Anghileri

Per tutti era il Butch, amava la montagna ed era bravissimo a farla amare…

Il racconto di un’esperienza (che potrebbe essere quella di tanti) vissuta al fianco di uno scalatore dall’entusiasmo infinito

LECCO – “Dammi corda, dammi corda. Lasciala pure un po’ più molle, non preoccuparti”. Stupido io che nella mia scarsissima esperienza (peraltro esclusivamente in falesia) pensavo di far sicura a un arrampicatore qualsiasi. Ci tenevi, forse anche più me, a portarmi in Grignetta su una via per te facilissima, ma che per uno che non aveva mai messo le mani sulla roccia sapevi sarebbe stata un’esperienza unica.

Dopo i primi metri ho capito che quello era un regalo, forse il più prezioso. Impacciato stringevo la corda nella mani e guardavo i tuoi movimenti eleganti, si capiva che lo spigolo Marimonti in Grignetta era una passeggiata, in quel momento mi stavi mostrando la tua casa. Non scorderò mai la gioia con cui guardavi la tensione far spazio alla meraviglia nei miei occhi che per la prima volta ammiravano quello spettacolo.

In Grigna ci ero andato decine di volte, in estate e inverno, Rosalba, Brioschi, cresta Sinigaglia, Traversata Alta… ma tu sapevi che lassù, appeso a una corda, tutto sarebbe stato diverso. A distanza di tempo ho capito che avevi un dono, non eri semplicemente un fuoriclasse, ma eri fortissimo a comunicare emozioni. E’ stato subito evidente che arrampicare non era il mio ‘mestiere’, tu lo sapevi già prima di partire, ma quella giornata l’hai voluta fortemente: un’esperienza da raccontare che (sapevi anche questo) mi sarebbe rimasta nel cuore!

Son già passati 9 anni dalla tua scomparsa sul Monte Bianco, ma sono sicuro che il tuo sorriso, la tua voce e il tuo entusiasmo accompagnano ancora quanti ti hanno conosciuto e amano la montagna (quasi) quanto te…