Il Rifugio Elisa, storico presidio ai piedi del Sasso Cavallo, si prepara al passaggio di testimone
Bando aperto fino al 31 dicembre. Tra le sfide del nuovo rifugista il centenario della struttura nel 2027
MANDELLO – Sarebbero già ufficiosamente cinque le candidature per gestire il Rifugio Elisa, struttura che dal prossimo aprile sarà guidata da un nuovo rifugista. Il passaggio di testimone giunge al termine di una stagione di svolta per la “capanna” situata nel cuore più selvaggio delle Grigne, ai piedi del Sasso Cavallo: il 31 marzo scadrà infatti il contratto dell’attuale gestore Elena Cosmo, che il CAI Grigne di Mandello, proprietario dell’edificio, ci tiene a ringraziare per tutti gli anni in cui si è occupata del rifugio con dedizione, continuità e visione.
“Ringraziamo Elena, gestore uscente, per aver tenuto la struttura tutti questi anni (dal 2018 al 2025, salvo l’interruzione del 2021 che ha visto la chiusura del rifugio per lavori di ampliamento, conclusi nel 2022). Un periodo piuttosto lungo per una struttura piccola e impegnativa come l’Elisa. Elena ha avuto l’onore di gestire il rifugio nella sua nuova veste. Con il suo operato è riuscita a dare importanza alla struttura attraverso un numero maggiore di aperture, rendendo accessibile l’Elisa per tutto il periodo estivo e anche nei week-end fuori stagione (prima il rifugio era aperto tipicamente nei week-end estivi e tutti i giorni solo nel mese di agosto)”, le parole del gruppo.
Il CAI Mandello ora guarda avanti. L’obiettivo è trovare una figura capace di riprendere e consolidare il lavoro svolto finora, garantendo: almeno 80 giorni di apertura l’anno, presenza continuativa nei mesi di luglio e agosto, un impegno pluriennale basato sulla formula del contratto 3+3 anni rinnovabili tacitamente. Al di là dei requisiti tecnici, il sodalizio cerca “una persona con un alto livello di resilienza, perché sappiamo benissimo che il rifugio, pur caro ai mandellesi, è impegnativo da gestire e si colloca lungo un percorso poco frequentato, sicuramente non tra gli itinerari più battuti. Solo raggiungerlo richiede un notevole sforzo a causa del dislivello che occorre vincere dal fondovalle. Allo stesso tempo però occuparsi dell’Elisa dà tante soddisfazioni”.
Nel mese di gennaio la scelta del nuovo rifugista con l’obiettivo di rendere operativo il Rifugio Elisa, come detto, già da aprile.
Il prossimo gestore non erediterà soltanto un rifugio: erediterà un luogo di memoria, passione e resilienza, che nel 2027 compirà 100 anni. Il CAI Grigne Mandello è chiaro: il nuovo custode avrà l’onere e l’onore di festeggiare il centenario e dovrà cooperare insieme al collettivo per le celebrazioni, presiedendo il rifugio in un momento cruciale per la sua storia.
Il Rifugio Elisa non è per tutti. È per chi non ha paura della fatica, per chi ama i luoghi fuori dalle rotte principali, per chi sa che la montagna non è solo un lavoro ma uno stile di vita. La Sezione CAI Mandello vuole scegliere con cura: “Ci aspettiamo molte candidature, ma vogliamo trovare la persona giusta, capace di dare continuità al lavoro degli ultimi anni e di accompagnare l’Elisa nella sua fase più simbolica: quella che conduce ai cento anni”.
Il bando è aperto fino al 31 dicembre 2025. Il Rifugio Elisa è pronto a scrivere il prossimo capitolo della sua storia. Chi vorrà essere il suo nuovo custode?
BANDO COMPLETO
Rifugio Elisa, quasi un secolo di storia
Il Rifugio Elisa non è solo un edificio. È una memoria viva delle Grigne e della Val Meria. Nasce grazie alla donazione del terreno da parte di Evangelista Ferrario, socio del CAI Mandello, che intitola la costruzione alla figlia Elisa. Negli anni ’20 le Grigne sono meta ambita da escursionisti e scalatori: cresce l’esigenza di una base in quota sul versante occidentale.
La comunità risponde compatta: offerte, aiuti concreti, sostegno morale. Il grande alpinista mandellese Gino Carugati, primo salitore del Sasso Cavallo, arriva a firmare una cambiale da 12.000 lire per sostenere la costruzione. I lavori partono nel 1926 e si concludono rapidamente: nel 1927 il rifugio viene inaugurato alla presenza delle massime autorità del Club Alpino Italiano.
Durante la Seconda guerra mondiale la posizione dell’Elisa lo rende punto strategico per la Resistenza. Qui operano: la Brigata Cacciatori delle Grigne, la 89ª Brigata Garibaldi, sotto il comando del colonnello Galdino Pini.
Nel 1944 avviene uno dei capitoli più tragici della storia della Val Meria: i fratelli Giuseppe e Giovanni Poletti, partigiani, vengono intercettati dai nazifascisti sul sentiero. Giuseppe muore tentando la fuga, Giovanni viene torturato e fucilato senza aver mai tradito i compagni. In loro onore la formazione diventa 89ª Brigata Garibaldi “Fratelli Poletti”. Pochi mesi dopo, nel grande rastrellamento del novembre 1944, il Rifugio Elisa viene incendiato e distrutto.
La ricostruzione arriva nel 1947. Da allora il rifugio riprende il suo ruolo di punto d’appoggio per escursionisti e alpinisti. Dal 1995 diventa traguardo del Trofeo delle Grigne – Evangelista Ferrario, una delle gare di corsa in montagna più dure e prestigiose del territorio.

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