Soccorso Alpino: “Serve prevenzione e informazione”
20 le persone in difficoltà ma illese, il 40% del totale, di cui 12 per incapacità”
LECCO – Ramponi o ramponcini? Attenzione perché non sono affatto la stessa cosa e conoscere la differenza è vitale. “Nelle ultime settimane abbiamo effettuato numerosi interventi dovuti a un uso non corretto dei ramponcini”, spiega Tita Gianola, istruttore nazionale del Cnsas e guida alpina. Alcune persone soccorse sono gravi e ci sono stati anche incidenti mortali. Le condizioni ambientali di questi giorni sull’arco alpino presentano ancora tratti o canali con neve ghiacciata e quindi occorre essere attrezzati nel modo giusto.
“L’aumento di incidenti è certo dovuto al maggiore numero di persone in montagna, in un periodo con tante giornate di sole rispetto all’anno scorso – precisa Alessandro Spada, capostazione di Valsassina – Valvarrone -. Solo nel territorio di nostra competenza, dall’inizio dell’anno a oggi ci sono stati 38 interventi di soccorso, per 50 persone, di cui 4 decedute. Nel 2019, stesso periodo, 20 interventi per 24 persone, meno della metà, un deceduto. Nel 2018, 22 interventi per 25 persone, due decedute. Un altro dato significativo è che quest’anno sono state 20 le persone in difficoltà ma illese, il 40% del totale, di cui 12 per incapacità”.
“I ramponcini da escursionismo non sono adatti per le attività alpinistiche: favoriscono una presa maggiore ma sono indicati solo per sentieri facili e con pendenze minime, non per quelli impervi – sottolinea Gianola -. Abbiamo notato che sono sempre più diffusi ma usati in contesti non appropriati. Molti li calzano su scarpe da running, a volte non sono nemmeno della misura giusta rispetto alla calzata e non sono bene posizionati, non sono solidali con lo scarpone. In montagna e sul ghiaccio bisogna avere i ramponi veri e propri, da mettere sugli scarponi e da tenere sempre nello zaino in questo periodo”.
“Se i ramponcini possono essere a volte più leggeri, o più economici, in realtà sono del tutto inadeguati se la neve è ghiacciata e soprattutto se ci sono pendii ripidi o sentieri esposti. Ci sono invece ramponi fatti con materiali sempre più leggeri, con punte e sistemi di allacciatura molto più efficaci dei ramponcini. Capire la differenza può salvare la vita, quindi, ramponi sempre nello zaino, da mettere quando necessario e da usare insieme con la competenza, il buon senso, l’attenzione”.
“E’ importante che l’impegno sulla prevenzione del rischio non avvenga solo quando capitano gli incidenti. La massima collaborazione fra tutte le realtà che gravitano intorno alla montagna, come Cai, Cnsas, guide alpine ma anche con tutti coloro che se ne occupano in modo più ampio, come i settori sport e commercio, è essenziale. Investire più tempo nelle scuole e negli incontri di formazione e creare momenti condivisi di informazione su questi temi sono soluzioni che possono davvero fare la differenza”.