Al nuovo cinema Bovara, di piazza Diaz (leggi Comune) altra seduta consiliare che merita di essere raccontata non tanto per i punti all’ordine del giorno discussi, quanto per ciò che è accaduto lunedì sera. Ormai varcare la soglia della sala Consilliare è come infilarsi nel pertugio della famosa Alice, peccato che al posto del paese delle meraviglie ci si trova d’innanzi alla cruda realtà.
Questa volta l’impasse consiliare è giunta al punto 6: “Riconoscimento del debito fuori bilancio per pagamento spese di causa”.
Prima di arrivare allo show con finale thrilling, è necessario capire l’oggetto della discussione.
La causa riguarda l’ordinanza sindacale 355 del 2007 emessa dall’allora sindaco Antonella Faggi (Lega), in materia di iscrizione all’anagrafe dei cittadini stranieri.
Ordinanza che è stata impugnata davanti al Tar dai sindacati (Cgil e Uil) perchè ritenuta anticostituzionale e illegittima.
Le principali parti dell’ordinanza contestate erano due, ovvero due vincoli. Il primo, l’iscrizione all’anagrafe comunale del cittadino di stato membro della Comunità Europea (soggiornante in Italia senza svolgere attività lavorativa, quindi anche soggiornante in Italia per motivi di istruzione/formazione professionale) sarebbe stata subordinata alla preventiva verifica della disponibilità di risorse economiche sufficienti al soggiorno, per sè e per eventuali familiari, nonchè alla preventiva verifica della liceità della fonte di tali risorse; il secondo, l’iscrizione all’anagrafe del soggetto extracomunitario sarebbe stata subordinata al possesso di carta di soggiorno in corso di validità (ovvero per la quale sia stata formulata richiesta di rinnovo).
La Faggi motivò l’ordinanza con “un esponenziale incremento delle richieste di iscrizione che, se non regolamentato, potrebbe assurgere a vera e propria emergenza sotto il profilo della salvaguardia dell’igiene e sanità pubblica, posto che assai spesso, gli alloggi destinati a ospitare i nuovi residenti versano in condizioni di degrado incompatibili con il requisito della abitabilità…”, eccetera.
Su questa ordinanza il Tar si era già espresso dando ragione ai sindacati, liquidandola come illegittima e costringendo i Comuni in causa che l’avevano adottata a pagare lautamente.
Per scongiurare grossi esborsi Brivio ha quindi preferito annullare l’ordinanza in autotutela. Così facendo l’oggetto del contendere è decaduto e il Tar si è limitato a imputare al comune di Lecco le sole spese legali, che ammontano a 3mila e 308 euro a fronte di spese superiori come quelle sostenute per esempio da Seregno, 7mila euro e Brugherio 5mila.
Questo è quanto. Da qui si è scatenato il putiferio in Consiglio. Il semplice oggetto della discussione, ovvero il pagamento delle spese legali imposto dal Tar al Comune di Lecco è stato dimenticato e il confronto si è spostato su questioni razziali.
La Lega a sostenere con il consigliere Giovanni Colombo che: “Lecco e i lecchesi vogliono una città sicura, quindi i Rom che bivaccano nei pressi del Bione se ne devono andare. Chi sono? Cosa Fanno? Come vivono? E’ giusto che lo si sappia. Noi gente così a Lecco non la vogliamo”.
Dalla parte opposta Raffaella Cerrato (Pd) a bollare l’atteggiamento politico di Lega e Pdl come “Xenofobo e razzista – aggiungendo – Dimostrate un’incultura politica. Noi siamo per una politica di accoglienza e di integrazione”.
Subito in piedi Giulio de Capitani (Lega): “Vi invito a indicare quali atteggiamenti xenofobi abbia mai tenuto in vita mia”. Quindi la capogruppo della Lega Cinzia Bettega ha proseguito: “State utilizzando un liguaggio inadeguato e dimostrate di non avere rispetto per l’avversario politico”.
Taglia corto il consigliere del Pdl Dario Romeo: “Razzista e xenofobo sono definizioni che non mi appartengono. Chiedo al presidente del consiglio (Alfredo Marelli, ndr) di stigmatizzare l’intervento della consigliere Cerrato. Di fronte a dichiarazioni così pesanti valuterò la possibilità di adire a vie legali”.
Nel suo intervento Alessandro Magni (Federazione della Sinistra – Sinistra Ecologia e Libertà) prima plaude la scelta del sindaco Brivio, poi rivolgendosi al centrodestra sbotta: “Siamo a livelli di campi di concetramento”.
Intervento quest’ultimo fortemente criticato da Giacomo Zamperini (Pdl): “Magni si vergogni per quello che ha detto”.
Solo l’intervento del sindaco ha riportato l’ordine in aula e focalizzando l’attenzione sul vero argomento all’ordine del giorno ha spiegato la scelta. Dibattito chiuso, votazione, con il punto 6 all’ordine del giorno approvato dalla sola maggioranza.
Tutto finito? Macchè!
Si passa al punto 7, riconoscimento del debito fuori bilancio a Silea spa per smaltimento rifiuti solidi urbani, anno 2010. Discussione e approvazione celeri. Sono ormai le 23 (minuto più minuto meno) e per accordi presi tra le parti il Consiglio andrebbe sospeso, rimandando il resto dei punti all’ordine del giorno alla prossima seduta. Ne mancherebbe uno: la discussione e la votazione della realizzazione di un palazzo di 22 metri che costruirà la ditta Alba Immobiliare in via Pergola e che l’Amministrazione Brivio pare abbia tutte le intenzioni di approvare (argomento che affronteremo a parte).
Lega e Pdl a questo punto lasciano il Consiglio facendo però male i conti. C’è infatti il numero legale. In aula ci sono 20 consiglieri più il sindaco. Gelo fra il centrodestra.
La maggioranza bisbiglia…: “Andiamo avanti…”. Marelli estrae il Regolamento Comunale: “Se volete ci è concesso di mettere ai voti la possibilità di proseguire”.
Alcuni consiglieri di minoranza rimasti in sala sussultano e partono le accuse di “disonestà” nei confronti della maggioranza: “Non erano questi gli accordi. Alle 23 si doveva sospendere il Consiglio”. Riposta di Marelli: “Non erano ancora le 23”. Bettega: “Sì, invece”. Marelli: “Non è vero”… Chissà, forse per dirimere queste diatribe potrebbe servire un assessorato all’ora esatta?
Risultato: via la minoranza, la maggioranza vota favorevolmente per proseguire il Consiglio nonostante la contrarietà del sindaco Brivio, dei due consiglieri della civica Appello per Lecco (Giorgio Gualzetti e il capogruppo Alberto Invernizzi) e del consigliere Stefano Angelibusi (Pd).
Poi… come in un vero film, colpo di scena. L’assessore alle Politiche del Territorio Martino Mazzoleni inizia a illustrare il punto, ma qualcosa sembra non funzionare. Angelibusi interviene con una mozione ritenendo non opportuno affrontare un tema così importante senza la minoranza in sala. Ernesto Palermo (Pd) sgrana gli occhi e deglutisce a fatica il boccone amaro.
La maggioranza caracolla, tentenna: proseguire o non proseguire? Finchè un elettrico Palermo d’innanzi a questa titubanza si alza e lascia l’aula. Non c’è più il numero legale, tutti a casa.
In corridoio Palermo sputa fuoco : “Ma non è possibile. Siamo ridicoli. In aula siamo solo noi della maggioranza, decidiamo di andare avanti e cosa siamo capaci di fare? Di litigare tra di noi con la minoranza assente. E’ scandaloso. Se qualcuno non voleva proseguire doveva alzarsi prima e andarsene non mettere in scena la pantomima della votazione per proseguire e poi presentare una mozione”. Poi Palermo conclude con una dichiarazione al vetriolo: “Il Pd dal sottoscritto si sta allontanando sempre più”.
Intanto già convocata la prossima seduta che si terrà lunedì 25 luglio, quando in piazza Garibaldi suoneranno i Buena Vista Social Club. Quindi, che si fa? Cinema o concerto?