Anche la Sinistra lecchese verso il partito unico, domenica l’assemblea

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Marco Longoni (Possibile), Riccardo Mariani (MDP) e Isabella Lavelli (Sinistra Italiana)

 

LECCO – Il nome non è ancora stato svelato, probabilmente succederà nelle prossime settimane, ma il percorso per la creazione di un unico movimento di sinistra è già in atto e culminerà nell’assemblea fondativa fissata per il 3 dicembre.

A fondersi in un’unica realtà saranno tre neonati partiti, frutto della scissione interna al Partito Democratico: Possibile lanciato dall’ex esponente democratico Pippo Civati, MDP Articolo Uno guidato da Roberto Speranza e al quale ha aderito tra gli altri anche Pier Luigi Bersani, il terzo elemento è Sinistra Italiana, creato dalla confluenza tra SEL e alcuni ex parlamentari del PD fedeli a Stefano Fassina.

Una realtà che avrà subito il suo banco di prova la prossima primavera, quando con tutta probabilità gli italiani saranno chiamati alle urne, e sicuramente in Lombardia con il voto già previsto per marzo. Anche a Lecco si lavora alla creazione del partito e questa domenica, 26 novembre (in sala Civica di via Seminario), è fissata l’assemblea che dovrà eleggere otto delegati lecchesi che rappresenteranno il territorio all’appuntamento di dicembre.

“E’ un percorso unitario importante e atteso da quella grande fetta del centrosinistra che si è rifugiata nell’astensionismo – ha sottolineato Riccardo Mariani, esponente lecchese di MDP e assessore comunale a Lecco – Il profilo progressista, civico, unitario che vogliamo portare all’attenzione della gente di sinistra vuole essere una proposta nuova, non minoritaria, e vuole dialogare con chi è insoddisfatto dall’assenza di una politica di sinistra in questo Paese. Un cantiere aperto, come abbiamo voluto chiamare questa iniziativa, è solo l’inizio di un cammino che è aperto al contributo anche delle forze civiche”.

L’astensionismo per Mariani “ è dato più rilevante dei nostri tempi, le persone non vanno più a votare e questo è un vulnus alla democrazia”. Ed è proprio tra gli insoddisfatti, nel popolo della sinistra che fatica a riconoscersi nel Partito Democratico, che la nuova realtà cerca il suo bacino elettorale, spiega Isabella Lavelli di Sinistra Italiana.

“Non rinneghiamo quello che è stato il centrosinistra, ma oggi il PD si è allontanato da quelle idee – spiega Lavelli – Il Partito Democratico è in macerie e dovrebbe prendere atto della situazione”.

“All’avanzata delle destre xenofobe, la sinistra risponde con politiche che sono sempre meno di sinistra, anziché portare avanti i propri principi e combattere le disuguaglianze sociali – sottolinea Marco Longoni di Possibile – così come sulle politiche del lavoro, non si affronta la crisi aumentando la precarietà ma bisogna investire sulla creazione di nuovi posti, dare una garanzia di futuro ai giovani con un’occupazione stabile e dignitosa. Lo stesso vale per il sistema pensionistico, fermando la tendenza costante di alzare età pensionabile”.

Temi che uniscono i tre movimenti in un pensiero unico, anche sui diritti civili, lo Ius Soli, il fine vita e la necessità di incrementare gli investimenti pubblici. “Bisogna ritornare ad un pensiero di sinistra – insiste Mariani – il PD non è mai stato un avversario, è sempre la nostra gente, non ne condividiamo le politiche messe in atto in questi anni, chi ha incarnato decisioni che hanno tradito lo spirito fondativo di quel partito”.

Sul piano nazionale si cerca già un candidato e i nomi oggi sono quelli di Pietro Grasso e di Laura Boldrini, ma la decisione si avrà dopo la fondazione del partito: “Sicuramente sono personalità di grande rilievo istituzionale, credo possa esserlo anche sul piano politico – dice Mariani – Sicuramente sono figure che uniscono e non dividono, scese in politica e anche purtroppo massacrate la loro scelta”.

“Hanno una storia che parla per loro” gli fa eco Lavelli, “hanno preso le distanze su certe decisioni portate avanti dal Governo – prosegue Longoni – il candidato sarà da definire, crediamo molto nella leadership collettiva, deve esserci lo spazio per tutti, non escludendo chi la pensa diversamente, ciò che è accaduto invece nel PD a guida Renzi”.