Quanto valgono 400 firme raccolte secondo lo Statuto del Comune di Lecco? Lo chiede Duccio Facchini dell’associazione Qui Lecco Libera in merito al tema della mobilità dolce.
“Dopo la ritardataria audizione presso la Commissione V, relativamente alla proposta di delibera in materia di mobilità sostenibile sottoscritta da più di 400 cittadini lecchesi, non possiamo che esprimere sconcerto, delusione e frustrazione”, precisa Facchini, che non fa troppi giri di parole.
Infatti non solo entra subito nel merito della questione, ma non dimentica neppure di ritornare a Mauro Piazza le bacchettate ricevute nei giorni scorsi: “Sconcerto per l’atteggiamento (annunciato) del principale partito di opposizione in Consiglio, il cosiddetto Popolo della Libertà. I commissari Piazza e Chirico, totalmente disinteressati e disinformati rispetto al tema trattato, han pensato bene di offendere – perché di questo si è trattato – lo strumento partecipativo adottato (“questa roba qua”, “spendere tempo con le audizioni consiliari”) e tutti i cittadini che ci hanno creduto. Probabilmente, vista la scarsa abitudine nel raccoglier firme autentiche (senza contare le recenti scoppole referendarie), l’unico metodo di coinvolgimento politico che conoscono è l’udienza presso la Villa del padrone”.
Facchini non risparmia nemmeno l’Amministrazione comunale e la stampa: “Delusione per l’ennesimo ritardo dell’Amministrazione Comunale. Poiché la nostra risultava indigesta a certi palati “moderati”, siamo stati convocati per discutere una proposta alternativa: nulla di tutto questo è accaduto. Due ore e mezza praticamente sprecate – anche se stampa e Pdl han tagliato la corda dopo poco. L’iniziale bozza della maggioranza, scopiazzata nelle parti meno impegnative dalla proposta di delibera presentata, è stata (per fortuna) ritirata. Frustrazione per lo stato di legalità e rispetto delle regole che escono profondamente ammaccati dopo la prima (perché di questo si tratta) adozione dello strumento partecipativo previsto dal nostro Statuto comunale. Salvo rarissime eccezioni, la Commissione non aveva la benché minima idea di quale risposta fornire ai promotori della proposta. Come se la partecipazione e lo strumento statutario fossero un gomitolo da srotolare controvoglia, preferendo smarrire tempo prezioso azzoppandone la portata incisiva”.