In tanti hanno sottoscritto l’appello di Ali Lombardia contro i tagli previsti dalla Legge di Bilancio del Governo
Il sindaco di Lecco Gattinoni: “Per il nostro Comune significherà 1 milione di tagli in 5 anni”
LECCO – Anche i sindaci lecchesi si uniscono all’appello di ALI Lombardia (Autonomie Locali Italiane) per chiedere al Governo Meloni di non procedere con il taglio delle risorse ai Comuni previsto nella legge di Bilancio.
Tra i firmatari anche il sindaco di Lecco Mauro Gattinoni: “E’ stato confermato un taglio di 200 milioni, per i comuni lombardi, come riportato dal Presidente Ali Lombardia Lorenzo Radice, sindaco di Legnano, si tratta di un taglio di 47 milioni di euro per il solo 2024 con pesanti ricadute sui servizi per i cittadini. Per il nostro comune significherà 1 milione di tagli in 5 anni“.
“I Comuni – spiega il primo cittadino di Lecco – stanno vivendo una situazione imbarazzante per la scelta del Governo, il quale taglia e taglierà trasferimenti in spesa corrente agli enti locali. Ciò vuol dire meno soldi per i servizi ai cittadini, soldi su cui ogni Comune contava. Essendo, inoltre, tagli parametrati ai fondi ottenuti dal PNRR, nel nostro caso specifico ci saranno alcuni servizi legati al PNRR che saranno messi particolarmente a rischio: è il caso dell’asilo nido di Bonacina il quale, una volta costruito, potrebbe non avere sufficienti risorse per la sua gestione (es. per assumere e pagare le maestre). La contraddizione palese di questa scelta per gli enti locali è di realizzare opere ma poi di non avere i fondi per farle funzionare. Con questo appello di ALI Lombardia noi Sindaci lombardi, tra cui diversi del lecchese, chiediamo a Governo e Ministero dell’Economia e delle Finanze di ritirare questa misura che, tra le altre cose, va contro non solo il buonsenso ma anche contro quell’idea di autonomia differenziata e federalismo che lo stesso esecutivo della Presidente Meloni rivendica.“
Gattinoni ha sottoscritto la missiva insieme a tanti altri sindaci della Provincia di Lecco e della Lombardia: “Non chiediamo risorse aggiuntive, che pure servirebbero, ma almeno di lasciarci quelle attuali, per poter fare il nostro lavoro”.