Il consiglio provinciale vota compatto contro la propria abolizione

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Tutti d’accordo, due contrari (Italia dei valori e Unione di centro) e nessun astenuto. Così si è concluso il consiglio provinciale straordinario che sembrava dall’esito esito scontato sull’unico punto del giorno: il “No all’abolizione delle province”. E invece qualche piccola scossa nel percorso l’ha avuta.

Una prima a inizio lavori con la gaffe di scordare il minuto di silenzio in onore del presidente della Repubblica appena In primo piano a sinistra Giancarlo Valsecchi durante il minuto di silenziodeceduto, Oscar Luigi Scalfaro. E ‘ Giancarlo Valsecchi dell’Italia dei valori a ricordare al presidente dell’assemblea Carlo Malugani (Lega) la necessità istituzionale del ricordo. A cui poi tutti hanno partecipato.

Avrà fatto sicuramente una certa impressione a chi è legato ai vecchi concetti della destra e della sinistra sentire il presidente  Provincia Daniele Nava, esponente del Pdl e di provenienza di An, citare per ben due volte Fausto Bertinotti, l’anziano comunista ormai ritirato dalla politica attiva. Accade quando Nava vuole sottolineare che l’eventuale eliminazione dell’ente rappresenterebbe secondo lui un deficit di democrazia perché le competenze provinciali finirebbero in mano a “Uomini non eletti dal popolo ma nominati” nelle fila della burocrazia regionale.  E ciò accade perché “La politica è stata uccisa dall’economia e l’economia dalla finanza” ha detto ancora il presidente della Provincia parafrasando Bertinotti.

Il suo discorso è poi proseguito esplicitando tutti i punti già dichiarati in mattinata nella conferenza stampa che anticipava il consiglio straordinario (vedi articolo). Per dimostrare come l’ente sia importante, benché le sue competenze siano poco conosciute tra i cittadini, ha puntato l’attenzione sulla gestione delle strade: “Solo un ente vicino al territorio può ascoltarne le istanze e decidere al meglio la gestione e gl’investimenti in infrastrutture”. E così ha ricordato il sottopasso Sala a Calolziocorte e due risultati ottenuti della giunta provinciale targata Virginio Brivio precedente alla sua: ossia la realizzazione della Lecco-Ballabio e l’inizio della Lecco-Bergamo.

Dalla maggioranza all’opposizione accordo trasversale sul fatto che vadano eliminate le sovrapposizioni delle competenze che creano sprechi e che serva un ripensamento ponderato su come assegnare e distribuire le materie che abbracciano la dimensione sovracomunale.

Sui tagli dei costi della politica vi sono vari suggerimenti, chi dice di potare i rami secchi tra enti consorzi e parchi (Nava), chi invece di cancellare doppioni come ad esempio il Pirellino di Lecco (Bruseghini Pd), chi le Province piccole e recenti (Cardamone Pd, Arrigoni Lega), chi spulcia nei bilanci e trova voci di spesa esorbitanti (Pozzi Sinistra e Libertà) e ancora Bruseghini e Cardamone  invitano Nava a dare una bella sforbiciata al numero degli assessori portandoli dagli attuali dieci a sei.

Alla fine sospensione della seduta per incorporare nel documento in votazione alcune istanze della minoranza non ancora consultata sull’argomento. Ne esce la richiesta agli enti superiori (vedi Regione) di chiudere alcune sedi decentrate e di destinare agli investimenti messi in essere dalla Provincia i risparmi così conseguiti. Poi l’impegno a fine mandato  di mettere mano allo statuto dell’ente al fine appunto di ridurre gli assessorati “all’interno di un progetto di contenimento delle spese”.

A inizio seduta la ribalta se l’era presa Christian Malighetti (in foto in piedi a sinistra) per chiarire la sua posizione in merito ai suoi post dal sapore fascista, pubblicati sulla propria pagina facebook. Ha preso distanza dalle leggi razziali, ha dichiarato di condividere pienamente le ragioni e i principi della Giornata della memoria: “Per quanto mi riguarda il fascismo è un fatto storico e storicizzato che può dare spunto di riflessione socio economica e di giudizio, ma è altrettanto vero che lo stesso nel suo corso ha assunto delle decisioni deleterie e incompatibili con i moderni sistemi democratici occidentali”.  E tra i valori di riferimento a cui Malugani è fedele sono stati elencati il duro lavoro, la meritocrazia, la libertà dell’uomo e la giustizia sociale.