Carenza medici di base, approvata mozione della Lega in Consiglio regionale.
Formenti: “I Ministeri diano attuazione alle nostre proposte. Regione Lombardia ha già introdotto il tirocinio professionalizzante”
MILANO / LECCO – “I medici di base rappresentano la spina dorsale del sistema sanitario nazionale, sono il primo punto di riferimento e di assistenza per i cittadini. Per questo è necessario porre in essere una serie di misure per bloccare il drastico calo di medici che si sta verificando e invertire questa tendenza. Come Lega, abbiamo presentato una serie di proposte concrete che la Giunta porterà sui tavoli dei Ministeri competenti”.
Così Antonello Formenti, consigliere regionale lecchese della Lega, sul documento approvato oggi dall’Aula, che mira a risolvere le problematiche legate alla carenza di medici di medicina generale.
“Nel testo chiediamo al Governo di incrementare i finanziamenti per le borse di studio, riportandole almeno alla quota prevista per il triennio 2019/2022, ovvero 313 – spiega il consigliere leghista – quindi anticipare la fine del corso di formazione del triennio 2018/2021, mantenendo ovviamente inalterato il monte ore formativo. In questo modo 379 tirocinanti diventerebbero effettivi già nei prossimi mesi e non l’anno prossimo”.
“Non solo – prosegue – siccome come lombardi siamo abituati ad agire, per quanto in nostro potere e di nostra competenza, la Giunta regionale ha istituito il tirocinio professionalizzante per consentire ai medici in formazione di concorrere all’assegnazione degli ambiti con carenze e riuscire così ad assistere fino a 1.000 pazienti. Questo tirocinio andrà a sostituire l’attività svolta in affiancamento presso un ambulatorio del medico di medicina generale”.
Tornando alla mozione, i firmatari chiedono anche, sempre alla Giunta, di farsi portavoce con il Governo per rivedere l’Accordo Collettivo Nazionale in funzione di una premialità per i medici di medicina generale che decidono di aumentare il massimale di assistiti; quindi di aumentare la quota di assistiti per i medici in formazione al terzo anno da 650 a 1.000 mantenendo la borsa di formazione, oltre a semplificare l’accesso agli ambiti carenti di medici già in possesso di specializzazione o soprannumerari che volessero intraprendere la carriera di medico di medicina generale.
“È fondamentale inoltre valutare una rimodulazione degli accessi alla facoltà di Medicina, così da superare i problemi legati alla carenza di medici di base” sottolinea ancora Formenti.
“Occorre intervenire subito con azioni mirate e concrete per tamponare questo drastico calo – aggiunge – nei prossimi cinque anni infatti, a livello nazionale, avremo nel Paese oltre 14mila medici in meno. Si tratta del 53 per cento del totale e significa che circa 14 milioni di italiani resteranno senza copertura di un medico di base. La nostra regione in particolare sarà quella più penalizzata, visto che ne perderà da qui al 2028 ben 4.167. Numeri drammatici, sui quali occorre una pronta risposta. Con la mozione approvata, abbiamo consegnato una lista precisa di interventi che possono concretamente arginare il problema”.
“Ma negli anni a venire non basterà solo tamponare, occorrerà rivedere il sistema per riuscire ad invertire la tendenza. E questo sarà possibile solo investendo sempre di più sulla formazione e quindi con le borse di studio. E soprattutto eliminando, o quantomeno rendendolo molto più elastico, il numero chiuso alle Facoltà. L’emergenza Covid ha dimostrato come sia fondamentale la presenza di medici sul territorio. Negli ultimi decenni, i governi di centrosinistra hanno effettuato tagli irresponsabili alla Sanità, i cui effetti negativi sono stati parzialmente tamponati da Regione Lombardia per quanto possibile. Ora, è il momento di agire in senso opposto e tornare a far crescere la nostra sanità pubblica” conclude.
La risposta del PD: “La Regione non fa nulla di quello che dovrebbe”
“Per i medici di base è emergenza, ma la Regione non fa nulla di quello che dovrebbe e, come sempre, dà la colpa al Governo”. Ad affermarlo è Raffaele Straniero, consigliere regionale del Pd, a seguito della discussione e del voto in Aula di due mozioni abbinate sul tema, della Lega e del M5s, e una dei dem, bocciata dalla maggioranza.
“La Lega e il centrodestra hanno scoperto che per i medici di base è emergenza solo da una settimana – spiega Straniero –. Per anni hanno sostenuto che non contavano nulla e soprattutto non servivano più. Ora non trovano di meglio che incolpare il Governo dell’urgenza di sostituire quelli che vanno in pensione, mentre è proprio Regione che potrebbe fare molto e da subito. Ad esempio, la Giunta chiede al Governo di accorciare i tempi di formazione, ma già potrebbe farlo da sola. Chiede poi di aumentare i posti nelle facoltà di medicina e nelle scuole di specializzazione, ma non si preoccupa di riattivare il tavolo sul tema avviato in passato con i rettori lombardi”.
Straniero ricorda, inoltre, che “l’unico provvedimento che ha voluto e ottenuto la Lega, a cui abbiamo opposto un fermo no, è stato di aumentare il numero degli assistiti fino a 2.000, fatto assolutamente inaccettabile perché lesivo della dignità dei medici, che già oggi faticano a offrire un servizio ai propri assistiti, e inadeguato per i cittadini che di fatto si troverebbero con un’assistenza solo sulla carta”. Insomma, il Carroccio “rifiuta di assumersi responsabilità. Invoca l’autonomia, ma quando può esercitarla non lo fa, voltando di fatto le spalle ai cittadini”, aggiunge il consigliere dem.
“Nella mozione del Pd si puntava su atti concreti e fattibili -spiega Straniero – aumentare il numero di borse per specializzandi e medici di medicina generale, come la stessa Giunta ha fatto negli scorsi anni, aumentando pure l’importo; incentivare i medici di base a coprire gli ambiti territoriali carenti da almeno 12 mesi, concedendo per i primi 5 anni spazi pubblici in concessione gratuita da utilizzare come studio e rimborsando fino all’80% delle spese sostenute per assumere personale infermieristico e amministrativo; pianificare in largo anticipo le sostituzioni dei medici di base; aumentare il numero di pazienti che i medici in formazione possono convenzionare, come sostituti; semplificare per i cittadini l’iter di scelta e revoca del medico di base; prevedere le risorse necessarie da destinare alle Ats lombarde affinché possano assumere un contingente adeguato di giovani medici neoformati in medicina generale e cure primarie.