Pozzi Strade: “A Chiuso nessuna discarica” ma l’incontro si fa arena… politica

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L'incontro promosso dal Comitato di Chiuso

Confronto pubblico giovedì a Chiuso sulla richiesta avanzata Pozzi Strade per l’ex cava

Il dibattito si trasforma però in occasione di campagna elettorale

LECCO – Non una discarica ma un deposito temporaneo di materiale edile, con la riqualificazione dell’attuale piazzale e dell’ex cava: la Pozzi Strade rassicura i cittadini di Chiuso rispetto alla richiesta di intervento sull’area di sua proprietà avanzata dall’impresa lecchese.

L’incontro con i cittadini si è svolto giovedì sera alla Casa sul Pozzo ed è stato promosso ancora una volta dal Comitato di Chiuso:

“E’ una serata d’ascolto su un tema che tocca da vicino la cittadinanza – ha sottolineato Luca Dossi, portavoce del comitato – abbiamo sentito notizie allarmanti e pareri poco chiari. Volevamo quindi capire effettivamente di cosa si sta parlando. Abbiamo incontrato due volte Alberto Pozzi, abbiamo visitato gli spazi e parlato con gli assessori preposti. Per facilitare la trasparenza, abbiamo deciso di organizzare questa assemblea pubblica, così che si possa sviluppare un confronto sereno, leale e collaborativo per il bene della nostra comunità intera”.

Luca Dossi, portavoce del Comitato di Chiuso

In sala, però, oltre ai residenti di Chiuso, vi erano anche diversi esponenti dei partiti locali e l’incontro ha rischiato di farsi palco per l’imminente campagna elettorale, tanto che lo stesso Dossi ha dovuto ricordare ai presenti lo scopo della serata, d’approfondimento per i cittadini e non occasione di ‘propaganda’ politica per le prossime elezioni.

Pozzi: “Chiariamo il caos”

La richiesta dell’impresa risale al 2015 ma solo nel dicembre dello scorso anno la questione è emersa pubblicamente nel corso di una commissione consiliare in municipio e poi sui giornali. “Vorrei chiarire il caos che qualcuno ha creato – è intervenuto Alberto Pozzi – siamo sempre in qualche modo colpevolizzati per via della cava, ma il ‘buco’ non lo abbiamo certo fatto noi, la nostra famiglia ha acquisito la proprietà anni fa. Non è bella a vedersi, è degradata e abbiamo pensato ad una riqualificazione che desse anche un senso all’esistente, per agevolare il nostro lavoro”

Alberto Pozzi (Pozzi Strade)

L’impresa, in sostanza, chiede di poter realizzare nella sua area un piazzale di 1800 metri quadri per depositare temporaneamente materiale di scarto dei propri cantieri, creando tre spazi distinti (moduli) di deposito di inerti per un massimo di 1,5 mila mq di materiale, da trasferire di volta in volta in discariche autorizzate.

L’area dell’ex cava sede della Pozzi Strade
In rosso l’area destinata alla realizzazione del piazzale

“Non si tratta di materiali inquinanti ma di rocce, asfalti, cubetti di porfido, per i quali non è prevista alcuna lavorazione in sede – ha spiegato l’arch. Massimo Dell’Oro, autore del progetto – la cava ha bisogno di manutenzione, una riperimetrazione dei bordi, disgaggi. L’intervento prevede quindi la sistemazione del fronte montagna, la ri-gradinatura del versante, la pulizia del bosco e allo stesso tempo il riordino del piazzale in modo funzionale all’impresa. Non è previsto alcun metro cubo di edificato”.

L’architetto Massimo Dell’Oro

Il sindaco: “La questione non è solo tecnica”

La pratica si è aperta nel 2015 e in questi anni, Provincia e Comune hanno chiesto diverse integrazioni alla documentazione presentata dalla Pozzi, a partire dalla prima conferenza dei servizi nel 2018. Lo ha fatto sapere il presidente della Provincia, Claudio Usuelli, presente insieme al sindaco Virginio Brivio all’incontro pubblico.

La Provincia attende ancora il giudizio del Comune e non a caso: “In condizioni ordinarie, il parere del Comune sarebbe meramente tecnico. Questa volta è diverso” ha sottolineato il sindaco Brivio.

Il presidente Usuelli e il sindaco Brivio

La questione vera è il cambio di destinazione urbanistica dell’area, designata dal Comune nell’ultimo PGT ad un ambito residenziale, pur oggi permanendo l’attività della Pozzi Strade.

In gioco, fa intendere il sindaco, c’è il futuro sviluppo urbanistico pensato per quell’angolo di rione, o perlomeno la sua sospensione: “Pozzi, in pratica, ci chiede di congelare per tutta la durata dell’autorizzazione (10 anni) lo sviluppo edilizio dell’area. Se si fosse trattato di un’azienda che arrivava da fuori, non ci sarebbe stata discussione – fa sapere Brivio – ma si tratta di un’attività esistente e serve responsabilità. Dovrà esprimersi il Consiglio Comunale, valutando con oggettività la situazione”.

Se però l’autorizzazione ambientale dovesse venire meno anticipatamente, chiarisce il sindaco, “in automatico sarà ripristinata l’originaria destinazione urbanistica”.

“Noi stessi avevamo chiesto in passato di trasformare l’area in residenziale – ha replicato Pozzi – ma il Comune vent’anni fa ha voluto mantenere la destinazione industriale, quindi abbiamo continuato la nostra attività qui. Allora si è persa un’occasione”.

Parlano.. i politici

L’apertura delle domande ha visto diversi, forse troppi, interventi da parte dei politici locali tanto da creare evidenti malumori tra il pubblico.

“Una variante al PGT a quattro mesi dalle elezioni? E’ una presa per i fondelli nei confronti dei cittadini. Io voterò ‘no’ in consiglio” ha preso parola Giovanni Colombo della Lega Nord che ha poi attaccato l’assessore all’urbanistica, Gaia Bolognini, in prima fila insieme al collega di giunta Corrado Valsecchi, alludendo alla sua passata collaborazione con TecnoHabitat, società consulente della Pozzi sugli aspetti ambientali del progetto.

Giovanni Colombo della Lega prende parola

Giacomo Zamperini di Fratelli d’Italia ha chiesto conto dei 310 mila euro di debito della Pozzi Strade nel 2008 nei confronti del Comune per una passata concessione. Un debito sanato a suo tempo, è la risposta del referente dell’impresa.

Anche il consigliere di sinistra, Alberto Anghileri, ha espresso i propri timori sull’intervento: “Non è un semplice riordino, altrimenti non si sarebbe dovuto mettere mano al PGT. Rischiamo un passo indietro di 50 anni, servono aree idonee per certe attività e che non siano a ridosso dei centri abitati”.

“Il sindaco ci fa capire che si andrà a sterilizzare il piano urbanistico, nonostante i pareri dei tecnici. E se altre attività o cittadini facessero richieste simili?” ha sottolineato il segretario cittadino della Lega, Emanuele Mauri.

I timori dei cittadini

Non sono mancate le osservazioni da parte dei residenti che non hanno nascosto le loro paure, sia riguardo alla viabilità e all’afflusso dei camion che riguardo al rumore e la polvere che potrebbe sollevarsi nelle operazioni di carico e scarico del materiale. Pozzi ha cercato di rassicurare ma alcuni abitanti hanno lamentato già disagi per baccano notturno proveniente alcune sere dalla sede dell’azienda.

“Non creiamo contraltari tra privato e collettività, il pallino lo ha in mano il Comune di Lecco – ha ricordato Duccio Facchini, fondatore di Qui Lecco Libera, associazione che in passato aveva dato battaglia sul piano cave provinciale – a PGT vigente questa operazione non si potrebbe fare. L’unico modo è cambiare il piano urbanistico ed è qui che entra la politica. Piuttosto, il Comune costruisca insieme ai cittadini una variante urbanistica che possa valorizzare davvero il quartiere”.

Il commento del comitato

“Sapevamo che il rischio fosse l’inizio della campagna elettorale… ma a noi poco importa – fa sapere Dossi a fine serata – L’importante è aver sentito il parere della gente e capito che questa concessione preoccupa al di là delle rassicurazioni di enti e tecnici. Ora possiamo dire di aver concluso il percorso d’approfondimento, pertanto lunedì sera ci troveremo per tirare le fila e prendere una posizione ufficiale, prima che ci sia la prossima commissione”.

“A noi – conclude – interessa il bene del quartiere. L’importante è favorire un giusto coinvolgimento sviluppando un confronto partecipato che faccia crescere la consapevolezza di essere una comunità”