Vaccinazioni. Gattinoni: “Il centrodestra voleva portare tutti a Lariofiere”

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Il sindaco di Lecco: “Ottenere il centro vaccinale è stata una vittoria politica”

“Technoprobe un esempio di generosità del privato ma anche il fallimento della sanità pubblica”

 

LECCO – “Riuscire ad avere centro vaccinale a Lecco è stata una battaglia politica che rischiavamo di perdere. Il centrodestra avrebbe portato tutti a Lario Fiere”.

Lo ha detto il sindaco di Lecco, Mauro Gattinoni, intervenendo alla Festa Democratica di Lecco inaugurata giovedì sera al Circolo Libero Pensiero (vedi articolo).

Era quasi la fine di marzo quando la Regione aveva reso noto il piano per la campagna di vaccinazioni di massa che per l’area lecchese non prevedeva alcun centro di riferimento sul territorio, il più vicino era quello che sarebbe stato aperto alla Lario Fiere di Erba.

Ne seguirono le proteste dei sindaci locali, che puntavano a proseguire l’esperienza dei punti vaccinali di prossimità già aperti in diversi comuni. “In provincia non ci sarebbe stato alcun centro di vaccinazione, anche dalla Valsassina i cittadini avrebbero dovuto spostarsi a Erba per vaccinarsi – ha proseguito Gattinoni – abbiamo ottenuto di poter avviare l’attività al Palataurus solo dopo la raccolta fondi tra le associazioni di imprese”.

Il centro vaccinale al Palataurus

“Il centro vaccinale di Barzio è stato aperto e poi chiuso, mentre il terzo polo nel meratese – ha ricordato il sindaco –  si è realizzato grazie alla disponibilità dell’azienda Technoprobe. Quello è stato un esempio monumentale di generosità di un privato ma allo stesso tempo del fallimento della sanità pubblica. Se per vaccinare la popolazione bisogna avere la fortunata presenza di un’azienda che si rende disponibile, allora questa è la ‘prova del nove’ di una politica che non funziona”.


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