Che cos’è la politica oggi? E’ un termine che oramai associamo unicamente al potere, alla casta, oppure è sinonimo di azione quotidiana di ogni singolo cittadino, all’interno della comunità? Questo l’interrogativo principale che ha animato il dibattito tra due esponenti di spicco della politica italiana: l’onorevole Maurizio Lupi, del Popolo della Libertà, e l’ex presidente della Camera dei Deputati, Fausto Bertinotti.
L’occasione dell’incontro, avvenuto lunedì sera, al salone polivalente dell’Oratorio San Giuseppe di Missaglia, è stata la presentazione del libro “La prima politica è vivere”, nel quale l’onorevole Lupi ripercorre il suo cammino politico attraverso racconti di episodi vissuti in prima persona, per cercare di fornire una risposta a questa domanda. Moltissimi i presenti, tra cui il sindaco di Missaglia, Rosagnese Casiraghi, ed il presidente della Provincia di Lecco, Daniele Nava. Nel ruolo di moderatrice dello scambio di opinioni tra i due protagonisti, la giornalista del Corriere della Sera, Elisabetta Soglio. Partendo dal significato primo della politica, inevitabilmente si sono sfiorati temi concreti e più che mai attuali, come la situazione economica e l’importanza assunta dal mondo della finanza, la percezione che i cittadini hanno delle istituzioni e il ruolo della moralità e della coerenza, tra vita pubblica e privata, degli eletti.
“La politica non può abbracciare la totalità della vita di un individuo – ha sostenuto Bertinotti – il tema della felicità riguarda solo la persona, il suo destino. Le questioni di cui essa deve occuparsi riguardano esclusivamente la società, quali modelli ci poniamo di raggiungere e come realizzarli; ma nella sua sfera deve essere totale e la moralità non può essere bandita dalla politica”.
E’ seguita la replica dell’onorevole Lupi: “La politica è responsabilità, il suo primo compito è quello di servire la propria comunità attraverso il potere, che assume valore positivo se utilizzato per il bene comune. Per quanto riguarda la coerenza, io credo che un politico vada giudicato esclusivamente per il suo operato al di la dei propri peccati”.
Un pizzico di nostalgia ha suscitato, nell’ex presidente delle Camera, la domanda della giornalista riguardo al suo ritiro dalla politica attiva: “Non posso nascondere che mi machi quella che io chiamo vita di sezione: la possibilità di ritrovarsi e discutere, anche animatamente, di piccoli e grandi temi del Paese. Ma non esistono uomini per tutte le stagioni, e la mia è finita. C’è ora il bisogno di dare spazio alle nuove generazioni.”