Il sindaco Fasoli: “Si sta lavorando per controllare e risolvere la questione sollevata dalla Provincia”
Casa Comune: “Fasoli e la maggioranza sapevano, hanno mentito e ignorato. Non sono più credibili”
MANDELLO – Passate un paio di settimane, la questione lavori nell’area campeggio a Mandello sembra essere arrivata a un primo punto di svolta: nella tarda mattinata di oggi, domenica, è arrivata dal sindaco Riccardo Fasoli la comunicazione che gli interventi in corso in via Lungo Lario e via Giulio Cesare saranno sospesi per consentire gli accertamenti necessari.
“Dopo attenta verifica con i consulenti legali e le autorità competenti, nelle scorse giornate è stato emesso provvedimento di sospensione dei lavori – spiega il primo cittadino -. Si sta lavorando per verificare e risolvere la questione sollevata da Provincia di Lecco circa la presenza, negli elaborati, di interventi su area demaniale. Il problema sollevato è la competenza sul rilascio della autorizzazione paesaggistica: come già affermato, la verifica ambientale è stata svolta, comprensiva di parere espresso della sovrintendenza. Il tema è chi doveva rilasciarla, tra Provincia e Comune. Come per ogni pratica edilizia, saranno valutati e verificati tutti gli aspetti tecnico giuridici delle segnalazioni ricevute”.
Nonostante il blocco Fasoli, e con lui tutta l’Amministrazione, ci tiene a ribadire l’esigenza di opere in quello specifico contesto: “Crediamo fortemente nella necessità di una riqualificazione dell’area, da tempo abbandonata a se stessa e con evidenti situazioni di degrado e di utilizzo improprio sia delle proprietà private che dell’area demaniale. Non per questo l’intervento deve essere svolto senza i controlli tecnici del caso“.
Per capire cosa accadrà, non resta che pazientare e aspettare: “Confidiamo in una positiva soluzione della questione, di poter riattivare presto il cantiere e permettere il completamento della importante rigenerazione urbana, con la realizzazione della strada di collegamento tra via Lungo Lario e via Giulio Cesare, la realizzazione degli accessi pubblici all’area demaniale (scala ed ascensore) e della piazza/belvedere pubblico”.
La svolta è arrivata dopo una lunga contesa sull’accaduto: entrambe le fazioni politiche mandellesi l’hanno affrontato e trattato in modi diversi. Altro ente implicato, la Provincia di Lecco.
Casa Comune: “Fasoli e maggioranza sapevano dell’errore, hanno taciuto”
Domani, lunedì, è atteso peraltro l’esposto in Procura da parte di Casa Comune per Mandello (vedi articolo), gruppo politico e consiliare di minoranza, che già aveva annunciato l’azione (vedi articolo) chiedendo più volte che i lavori venissero bloccati seduta stante (vedi articolo), richiesta fatta sin da quando la Provincia di Lecco dichiarò di non aver ricevuto nessuna istanza di autorizzazione paesaggistica da parte del Comune per compiere l’intervento (vedi articolo). Da lì, tutta la complessa e intricata vicenda prese piede. Di qualche giorno fa anche il sollecito al sindaco per rispondere all’ente provinciale (vedi articolo).
Alle dichiarazioni del primo cittadino di Mandello di cui sopra, Casa Comune ha replicato ancora una volta in breve tempo: “Fasoli e la maggioranza sapevano da tempo che le cose stavano così e che lì era stato compiuto, nella migliore delle ipotesi il che è tutto dire, un errore macroscopico e grave di procedura ammnistrativa“.
Il gruppo ripercorre poi quanto fatto in questi mesi per scavare nella questione, dai lati, ritengono, non propriamente definiti.
“Già la nostra comunicazione del 4 aprile 2023 indirizzata agli enti sovracomunali (Provincia, Autorità di Bacino e Prefettura) e anche al Sindaco sollevava il dubbio sulla regolarità dell’iter amministrativo paesaggistico – specifica il gruppo – E in quell’occasione, ricevuta la nostra lettera, Fasoli si era persino risentito con la nostra capogruppo consiliare per aver osato mettere in dubbio la correttezza delle cose fatte, anziché cogliere quella segnalazione come un’occasione per fare chiarezza al proprio interno e andare a verificare tutti gli aspetti di interesse. Quindi parliamo di tre mesi fa, intanto! Non di una settimana fa”.
Proseguono da Casa Comune: “Poi, il 1 giugno 2023 Regione scrive al Comune (Ufficio tecnico e Sindaco) una nota tecnica articolata e completa che invita a chiarire lo stesso iter di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica e, tra le varie considerazioni significative, sottolinea la competenza provinciale nel caso il progetto riguardasse anche solo parzialmente arre demaniali, in forza dell’art. 80, 4 comma lettera c) della legge regionale 12/2005”.
E ancora: “La Provincia di Lecco con lettera del 28 giugno 2023 risolve la questione sulla regolarità o meno dell’iter autorizzativo paesaggistico, alla luce anche della nostra segnalazione dell’aprile scorso, dichiarando la sua esclusiva competenza in materia sulla scorta anche della lettera di Regione e negando così validità alle autorizzazioni paesaggistiche comunali rilasciate sinora”.
Ma la grave responsabilità per Casa Comune di Fasoli e maggioranza è “il richiamo dei numerosi incontri intervenuti nei suoi uffici col Sindaco, il Segretario comunale e il Responsabile dell’Ufficio tecnico. Incontri durante i quali avrà sicuramente fatto presente ciò che avrebbe poi scritto, cioè che non è stata rilasciata autorizzazione paesaggistica provinciale e che quella comunale è nulla, non valida”.
Ben più rilevante, sempre per il gruppo, è poi l’aver omesso, taciuto, negato la verità: “Ora: gli errori si possono commettere, lo sappiamo, soprattutto in materie non semplici come queste. Ma c’è un ma…Una volta che l’errore è emerso lo si deve ammettere e affrontare, una volta che Regione e Provincia si esprimono con quella chiarezza non si possono ignorare bellamente come è stato fatto, con un atteggiamento che rasenta il disprezzo istituzionale… disprezzo che noi, di Casa Comune, per primi abbiamo subìto dipingendoci come degli inutili e pedanti scocciatori e non come una minoranza che democraticamente e in modo trasparente svolge il suo ruolo in consiglio comunale e dentro la comunità”.
Lo sdegno di Casa Comune per Mandello va oltre, dunque, alla questione tecnica e paesaggistica: “Qui, la questione gravissima, in aggiunta a quella tecnica e paesaggistica (tutto quell’intervento resta ambientalmente atroce comunque e in ogni caso), è etica e di credibilità politica pubblica: l’aver negato la verità alla cittadinanza, l’aver sostenuto che tutto era a posto e corretto, l’essersi sottratti alla comunicazione pubblica sul caso, l’aver fatto finta di niente per mesi. Avere, in sostanza, mentito pubblicamente sino a quando, messi alle strette, il sindaco e la sua maggioranza non sono stati costretti a dire realmente come stavano le cose e ad assumere gli atti conseguenti. Solo quando non hanno più avuto vie di fuga dalla verità…ma è possibile?!”.
Tanti gli interrogativi del gruppo politico e consiliare di minoranza: “Ci chiediamo però, con amarezza, e lo chiediamo a tutti i cittadini e le istituzioni del territorio: se non ci fossimo stati in campo noi con la continua attenzione e denuncia dei fatti, cosa sarebbe successo? La verità sarebbe mai emersa?“.
Considerando quello che sta succedendo nell’area del campeggio, ma anche al di là di come la questione tecnica e amministrativa si risolverà (se e come), Casa Comune ha già tirato le somme: “Fasoli e la sua maggioranza non siano più credibili nei ruoli che occupano, ruoli istituzionali, pubblici che richiedono serietà. Con questa vicenda di verità negate e taciute all’intera comunità mandellese hanno davvero passato il segno. Chi potrà più credere, davvero, a quello che dicono pubblicamente d’ora innanzi? L’art. 54 della Costituzione italiana sancisce un principio ineludibile, al suo secondo comma: “I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore…”. Non pare proprio che questo sia avvenuto da parte di Fasoli e dell’intera sua maggioranza (espressione della lista civica ‘Il Paese di Tutti’). Non vi è sicuramente stata alcuna ‘disciplina’ e non è mai drammaticamente pervenuto ‘l’onore’…”.