Cernusco, no bitumi all’Andegardo: adottata la variante al Pgt

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Adottata in consiglio comunale settimana scorsa la variante 2 al Pgt

Dopo il parere di Ats e le preoccupazioni della cittadinanza, l’amministrazione comunale ha rivisto lo strumento urbanistico introducendo il no ai bitumi all’Andegardo

CERNUSCO – Adottata all’unanimità in consiglio comunale mercoledì sera la variante 2/2020 al Pgt relativa ai bitumi dell’Andegardo, il famoso AT2. Dopo aver ricevuto da Ats Brianza la conferma del parere negativo in merito alla possibilità di produzione di conglomerato bituminoso nell’area, l’amministrazione comunale ha infatti portato in aula il procedimento di variante.

A ripercorrere la cronistoria il sindaco Giovanna De Capitani che ha ricordato l’inserimento, nel Pgt del 2011, dell’ambito di trasformazione Andegardo, utilizzato in passato per attività di cava di inerti ed oggi interessato da attività di trattamento inerti. Nella scheda di indirizzo del Pgt, l’area veniva definita come interessata a una “riqualificazione ambientale delle attività di trattamento esistenti, mediante la realizzazione di edifici destinati al deposito di materiali, dotati di spazi per parcheggi privati e pubblici a servizio delle funzioni insediabili e della zona”. Non solo, ma nel documento veniva previsto “il ripristino dello stato dei luoghi dell’area attualmente utilizzata a deposito e ricadente in ambito agricolo strategico”.

Con la variante 1 del 2019, l’amministrazione comunale ha inserito, sulla base di quanto richiesto dagli operatori, la destinazione d’uso per attività di stoccaggi per recupero e trattamento di inerti”, che in descrizione subordinata, può essere associato e integrato da attività produttive insediate nello stesso lotto per produzione di calcestruzzo e produzione di conglomerato bituminoso. Una scelta che aveva visto opporsi prima le consulte poi i gruppi di opposizione che si era richiamate al parere espresso da Ats Brianza in merito alla “non ammissibilità delle attività di produzione di conglomerato bituminoso nell’ambito AT2”.

Alla notevole preoccupazione espressa dalla cittadinanza, era così seguita un’audizione in Municipio convocata dall’Amministrazione Comunale allo scopo di raccogliere le valutazioni da parte di Cittadini ed Enti Territoriali confinanti, oltre che dall’Ente di Gestione del Parco Regionale di Monteveccchia e Valle del Curone. Raccolti i pareri contrari di tutti i soggetti coinvolti, l’amministrazione comunale è così tornata sui propri passi, inserendo un divieto espresso per l’insediamento di attività di “produzione conglomerati bituminosi” su tutto il territorio comunale dando così il via alla variante urbanistica degli atti del Piano di Governo del Territorio.

Provvedimento portato in consiglio proprio settimana scorsa, dopo aver richiesto ad Ats la conferma della propria contrarietà, per ragioni igienico – sanitarie, all’insediamento bituminoso da contrapporre alle segnalazioni presentate da sei diversi portatori di interesse (Ance Lecco- Sondrio, Fenealuil Alta Lombardia Associazione Sindacale, Cielo Consorzio Stabile Consorzio Imprese, gruppo di lavoratori dipendenti gruppo Valagussa, Ime Impresa nel settore dei lavori pubblici e Valagussa Cave e calcestruzzi srl) che, oltre a puntualizzare aspetti di carattere giuridico ed occupazionale, obiettavano e smentivano l’asserita nocività dell’impianto di lavorazione a caldo dei bitumi.

“Avevamo bisogno di fare questo ulteriore passaggio perché anche le più recenti sentenze giurisprudenziali hanno sancito che la pianificazione urbanistica deve essere rispettosa del principio di proporzionalità in quanto a bilanciamento tra le esigenze pubbliche e le esigenze del privato e, in questo caso, tra le esigenze di tutela dell’ambiente e quelle connesse all’esercizio delle attività imprenditoriali private” ha ribadito De Capitani in aula, soffermandosi poi sulle motivazioni a supporto della variante 2/2020. “Possiamo dire che le precauzioni igienico – sanitarie richieste da Ats Brianza sono prevalenti rispetto alla specifica attività/lavorazione da implementare anche in relazione alle caratteristiche dimensionali, insediative e ambientali del territorio comunale e sovra comunale. Non solo, ma va tenuto conto anche dell’incidenza sul benessere psico-fisico generato da fattori antropici alterati, quali le “molestie odorigine””.

Il primo cittadino ha anche ricordato l’imminente necessità di adeguare il Pgt al Ptcp e quindi ai criteri per la riduzione del consumo di suolo, nonché la previsione della nuova viabilità sovra comunale definita dal piano territoriale di coordinamento provinciale, che amplia la popolazione direttamente esposta alle emissioni in ambiente e quindi rischio igienico – sanitario.

“L’iter di adozione della Variante determinerà l’inizio del “regime di salvaguardia” che sospende ogni determinazione su istanze in contrasto con le nuove previsioni urbanistiche” ha concluso De Capitani dando poi parola all’architetto Amadeo, estensore del Pgt.

La variante è stata adottata all’unanimità, ma le minoranze hanno voluto far sentire la propria voce. Gennaro Toto di IFNC ha parlato di “clamorosa retromarcia” dell’amministrazione: “Voteremo a favore di questa delibera, è una scelta che noi avevamo già fatto e che abbiamo cercato in tutti i modi di difendere, ma voi come maggioranza non avete avuto nessuna considerazione dei cittadini, delle Consulte e della minoranza”.

Voto favorevole anche per Cernusco Bene Comune rappresentato in aula da Salvatore Krassowski che si è detto soddisfatto del cambiamento di opinione da parte dell’amministrazione, nella speranza che i futuri amministratori (Cernusco va al voto a ottobre) confermino il procedimento adottato.

De Capitani ha rassicurato che l’iter orami è segnato, ribadendo come la scelta di variante effettuata dal Comune imponga un percorso meno tutelante per l’ente. “Ci siamo assunti le nostre responsabilità. Queste procedure sono complesse ed è importante fare i passi corretti” ha concluso.