Merate, non passa la mozione contro l’uso delle parole inglesi. Maggioranza divisa

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Lungo dibattito giovedì sera in Consiglio comunale sulla mozione a tutela della lingua italiana

Il documento non è passato: ben cinque esponenti della maggioranza si sono astenuti

MERATE – Tre voti contrari, quelli della minoranza e ben cinque astenuti tra gli undici consiglieri di maggioranza. Non è passata la mozione proposta dal capogruppo Alessandro Vanotti e sottoscritta dai consiglieri Paolo Centemero e Angelo Panzeri per chiedere all’amministrazione comunale di impegnarsi per evitare l’utilizzo di parole inglesi al posto di quelle italiane nei documenti e atti prodotti dall’amministrazione comunale.

I consiglieri di maggioranza

Una mozione portata in aula giovedì in Consiglio a Merate sulla falsariga di quanto sta avvenendo su e giù per lo Stivale prendendo ad esempio il ddl a firma di Fabio Rampelli che non ha trovato unanimità dei consensi tra i consiglieri meratesi.

Non hanno convinto le argomentazioni del capogruppo Vanotti, pronto a sostenere la bontà del testo in nome della salvaguardia della lingua italiana e del contrasto a un uso, o meglio di un abuso, di termini inglesi, spesso incomprensibili, soprattutto per gli anziani.

La minoranza

Anzi, sia tra le fila della minoranza guidata da Aldo Castelli che dai banchi della maggioranza, con l’ex assessore Andrea Robbiani, è arrivata la richiesta di ritirare la mozione che, oltre a rischiare di essere controproducente pensando di riuscire a “fermare” il linguaggio, non rappresenta né una priorità né una questione sentita dalla cittadinanza, sempre più inevitabilmente immersa in un mondo globalizzato.

Dopo un pausa di riflessione, i tre firmatari del documento hanno invece deciso di emendare il testo togliendo le prime due richieste avanzate (dirette al Governo e al Consiglio comunale) e lasciando solo la parte in cui si chiede al sindaco e alla Giunta di attivarsi per evitare l’utilizzo di parole straniere, se non in casi indispensabili, nei documenti ufficiali emanati dall’amministrazione comunale

Una limatura che, in un Comune dove, come ricordato da Castelli, il messaggio di benvenuto è affidato a un luminoso Welcome, non è servita a smussare le divergenze. Anzi. Al momento delle votazioni sono risultati ben cinque gli esponenti della maggioranza che hanno deciso di non sottoscrivere il testo, astenendosi. Oltre ad Andrea Robbiani e al vice sindaco Giuseppe Procopio, intervenuti apertamente per dichiarare le proprie perplessità (pur con dei distinguo) sulla mozione, hanno infatti scelto di astenersi anche gli assessori Fiorenza Albani e Fabio Tamandi e la consigliera Norma Maggioni.

E così, con soli 6 voti favorevoli, la mozione non è passata. Un voto che, da qualsiasi angolazione lo si guardi, è destinato a lasciare traccia. Se infatti il vice sindaco Procopio ha subito invitato, nel suo articolato e ponderato discorso, a non leggere la sua astensione in chiave elettorale (Merate va al voto nel 2024), è altresì vero che lo “spettacolo” andato in scena l’altra sera in Consiglio è destinato ad accendere qualche riflessione sul livello del confronto interno alla maggioranza sugli atti e sui documenti che vengono inseriti all’ordine del giorno.