Il sindaco di Paderno replica al collega di Merate che venerdì scorso si era scagliato contro i festeggiamenti per la riapertura del ponte
Gianpaolo Torchio: “Su quel palco ho detto che, anche a Ponte aperto, non vogliamo che tutto torni come prima”
PADERNO D’ADDA – Il sindaco di Merate aveva ironicamente chiesto, in una nota diramata a poche ore dalla cerimonia di riapertura al traffico veicolare del ponte San Michele, se la festa fosse veramente lì. Mettendo nero su bianco con il suo comunicato la posizione di tante persone, tra cui quelle del Comitato San Michele, che non vedevano proprio nulla da festeggiare venerdì scorso. Una nota che, così come in occasione della riapertura ciclopedonale al Ponte, festeggiata a Paderno con il salame di cioccolato senza l’adesione di Calusco, ha aperto il dibattito e fatto discutere. Con il primo cittadino padernese Gianpaolo Torchio pronto a difendere la scelta di festeggiare, ora e in futuro. Ecco il suo comunicato.
Chiunque lavori, si impegni, si ponga degli obiettivi lo sa: i risultati positivi vanno riconosciuti e festeggiati. Anche se parziali, anche se rappresentano solo l’uscita da una situazione di crisi. Non riconoscere e segnare le conquiste è il modo migliore per perderle.
Abbiamo festeggiato la riapertura al traffico veicolare del Ponte San Michele. Avevamo festeggiato, con la spettacolare partecipazione alla festa del salame di cioccolato, la riapertura ciclopedonale di marzo. Festeggeremo il primo treno che ripasserà sul ponte ad autunno 2020.
Come Sindaco di Paderno d’Adda ero sul palco dell’inaugurazione. Vi ero in rappresentanza dei miei concittadini e dell’amministrazione. Cittadini e amministrazioni di Paderno che negli anni, troppe volte da soli, hanno chiesto, insistito, lavorato per la salvaguardia e la valorizzazione del Ponte.
Anche grazie a questo impegno, a settembre 2018, prima dell’improvvisa chiusura da parte di RFI, i soldi già erano stati stanziati e i lavori programmati.
Io non mi vergogno di rappresentare questa storia, ne sono orgoglioso.
Su quel palco ho detto che, anche a Ponte aperto, non vogliamo che tutto torni come prima. Chiediamo a RFI, Regione e Governo un piano di mantenimento e valorizzazione del Ponte. Sono fiducioso: a ricevere questa richiesta c’erano persone che abbiamo visto lavorare seriamente e con impegno per fare il prima possibile, per trovare soluzioni, per alleviare i gravi disagi e danni ai cittadini. Lo hanno fatto con noi, insieme, a prescindere da appartenenze e schieramenti politici. Sono sicuro che continueranno a farlo. A fianco, c’erano gli operai, i tecnici, gli ingegneri che giorno e notte lavorano perché tutto ciò possa concretizzarsi.
Poi, certo, ogni giorno c’è qualcuno che ci insegna come le cose si sarebbero dovute fare, quanto di più e meglio. Sempre il giorno dopo e quasi sempre da chi non era lì quando si doveva scegliere, partecipare, lavorare o anche solo capire.
Il Sindaco di Merate, che si è espresso sull’inaugurazione di venerdì, mai aveva dato segnali di interessarsi al nostro Ponte. Al di là delle modalità, ne voglio cogliere l’aspetto positivo: ora forse saremo meno soli. Lo vedremo nei fatti quando rivendicheremo l’importanza di questa struttura, il suo valore monumentale, il progetto di candidatura a patrimonio UNESCO, quando ragioneremo su alternative ferroviarie e viabilistiche che riguardano un territorio ben più ampio di Paderno d’Adda.
Per qualcuno il nostro ponte è solo un pezzo di strada da usare, e lasciarsi alle spalle il più velocemente possibile.
Per noi, il Ponte di San Michele è un pezzo di identità: un pezzo di storia di inestimabile valore che, incastonato nel contesto unico della valle dell’Adda, ci ricorda come sviluppo e ambiente possano integrarsi, fino a fondersi in uno spettacolare equilibrio.
E questo ponte vogliamo che continui a vivere. Quando finalmente sarà alleggerito dal troppo traffico non perderà il suo valore.
Sull’asse nord-sud siamo in un punto nodale e di pregio della pista ciclopedonale che dal Lago di Como porta nel cuore di Milano. Un percorso con un potenziale attrattivo, anche internazionale, ad oggi praticamente inutilizzato.
Mentre sull’asse est-ovest, il Ponte è la porta nobile di accesso alla Brianza Collinare. Un territorio su cui, come ci esorta da tempo il Sindaco Galbiati di Casatenovo, dobbiamo imparare a fare squadra, per valorizzarlo insieme.
Gianpaolo Torchio