Reddito di cittadinanza, i Comuni meratesi fanno squadra

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Le operatrici di Retesalute che si occuperanno dei patti di inclusione insieme a Flavio Donina

Inaugurata la sede a Villa Confalonieri che si occuperà dei patti di inclusione sociale

Il servizio sarà gestito da Retesalute grazie alla virtuosa sinergia creata con le associazioni del Terzo Settore: sono circa 500 i beneficiari del dispositivo

MERATE – Una linea di contrasto alla povertà costruita insieme ai comuni dell’ambito grazie alla cabina di regia di Retesalute. Sono stati inaugurati nel tardo pomeriggio di ieri, mercoledì, gli spazi all’interno di Villa Confalonieri a Merate che ospiteranno il team di Retesalute dedicato appositamente allo sviluppo e alla gestione dei patti di inclusione, dispositivo previsto nel reddito di cittadinanza e rivolto a quelle persone che richiedono determinati livelli di assistenza.

Dal Rei al Reddito di cittadinanza

Attualmente nel Meratese sono 141 i nuclei famigliari seguiti per quello che riguarda il Rei, dispositivo che va man mano esaurendosi (una volta terminati i singoli progetti della durata di 18 mesi) lasciando spazio al reddito di cittadinanza.

“Di queste famiglie l’80% circa erano già conosciute dai servizi sociali dei Comuni” ha puntualizzato Flavio Donina, responsabile dell’area ufficio di piano di Retesalute, puntualizzando come il numero di persone complessivamente raggiunto è pari a 235, di cui il 61,7% (145) sono minori, il 28,3% ha un’invalidità riconosciuta e il 57,4% vive in famiglie dove non esistono altre forme di reddito.

RdC: circa 500 beneficiari nell’ambito Meratese

Nel Lecchese i beneficiari del Reddito di cittadinanza sono circa 1500: di questi circa 500 sono residenti nel territorio meratese. Compreso in questo numero ci sono i percettori della pensione di cittadinanza, i destinatari del patto del lavoro, i destinati del patto per l’inclusione sociale e gli eventuali esonerati dalla sottoscrizione dei patti, ovvero disabili, iscritti a corso di formazione o occupati, caregiver di minore di 3 anni o disabile grave. L’importo medio mensile è di 398,36 euro, il più basso in Regione Lombardia dove il valore medio è di 416,42 euro.

I patti di inclusione sociale

Se del patto del lavoro si occuperanno i centri per l’impiego, Retesalute si è invece concentrata sui patti per l’inclusione sociale. “Nel giro di pochi giorni saremo in grado di attivare la piattaforma Gepi grazie alla quale potremo iniziare a lavorare operativamente” ha sottolineato Donina, invitando gli amministratori presenti all’inaugurazione a visitare gli uffici, ricavati all’interno dell’ex portineria della villa.

Già individuati gli operatori appositamente scelti per curare questo progetto, ribattezzati i manager dei patti di inclusione: si tratta di Valeria Lombardo, Barbara Capelli, Marina Conti, Viviana Panzeri e Tea Ponti, assistenti sociali ed educatrici professionali dipendenti di Retesalute che a questo servizio dedicheranno 80 ore settimanali. “Abbiamo davanti a noi una grande sfida, che è quella di lavorare in modo integrato sulle persone, portando un approccio per nulla scontato – ha aggiunto Donina – L’altra sfida è che abbiamo a disposizione tante risorse grazie ai Pon e ai fondi europei sulla povertà. Dobbiamo essere in grado di individuare gli strumenti più corretti e più funzionali”.

Galbiati: “Sacche di povertà anche in Brianza”

Un’opportunità che il Meratese non vuole certo lasciarsi sfuggire, come sottolineato da Filippo Galbiati, sindaco di Casatenovo nonché presidente dell’ambito. “La Brianza non è un territorio così svantaggiato, ma anche qui esistono sacche di povertà con cui fare i conti. La misura del Rei, reddito di inclusione, ha avuto il merito di mettere a tema il contrasto della povertà: ora il reddito di cittadinanza è l’evoluzione di questo dispositivo. Questo progetto vede in campo tante sinergie e la speranza è quella di riuscire ad aprire ancora più porte alle associazioni del territorio”.

Amministratori e operatori di Retesalute presenti all’incontro in Villa Confalonieri

Il ruolo attivo del Terzo settore

Retesalute potrà infatti contare sulla collaborazione di diversi realtà associative, non solo radicate e conosciute sul territorio, ma anche capaci di avere il polso della situazione. Il cosiddetto Terzo Settore prenderà parte alle fasi di presa in carico dei beneficiari del Reddito di cittadinanza, ovvero alla valutazione preliminare, all’attuazione del progetto personalizzato e al successivo monitoraggio al fine di avviare attività di qualificazione e riqualificazione professionale, di facilitazione all’inserimento lavorativo e di promozione dell’autonomia.

Ai progetti di inclusione collaborano infatti Ale G, Coop Arcobaleno, La Seconda Tunica, Anolf, Auser Lecco, Namaste, Centro Aiuto alla Vita, l’Altra Metà del Cielo, Caritas di Barzanò, Casatenovo e quella decanale del Meratese, Fondazione Clerici, il CPA De Andrè e la Cisl di Monza e Lecco.

Le riflessioni degli amministratori

Un patrimonio ricchissimo di cui il Meratese e il Casatese dovranno sapere fare tesoro, come ribadito anche da Valerio Colleoni, vice presidente del Cda di Retesalute, in sala al posto del neo presidente Alessandra Colombo: “Quello della povertà è un problema aperto, di assoluta attualità anche nelle nostre zone. Ringrazio l’amministrazione comunale di Merate che ha messo a disposizione un proprio immobile per questa attività”. Un grazie condiviso anche da Renato Ghezzi, ex sindaco e ora assessore a Viganò: ”Inauguriamo oggi uno spazio fisico dove metteremo a sistema tutte le questioni che riguardano il reddito di cittadinanza. In questo spazio ci saranno persone come noi e gli operatori di Retesalute che percorreranno questo percorso come un sentiero in montagna pieno di buche, sapendo però dove sta la meta. Noi amministratori abbiamo il compito, come degli sherpa, di intervenire affinché quella meta venga raggiunta”.

ALCUNE SLIDES RIGUARDANTI IL REI, REDDITO DI INCLUSIONE