Mercato Europeo: interviene anche l’assessore Boscagli

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L'ex assessore regionale Giulio Boscagli

LECCO – A poche ore dallo sfogo della Fiva Confcommercio Lecco anche l’assessore regionale alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale Giulio Boscagli interviene sulla questione Mercato Europeo, invitando le due associazioni di categoria, ma non solo, ad avanzare al Comune di Lecco un “progetto articolato” per rivedere e rilanciare anche in zona Piccola il mercato ambulante.

Per l’assessore, la presa di posizione critica del presidente della Fiva Giandomenico Beri sul questione (vedi articolo) “rivela ancora una volta il nervo scoperto costituito dal mercato di Lecco. Fin dai tempi dello spostamento dal centro alla Piccola questa polemica emerge carsicamente ma non vedo volontà di affrontare seriamente la questione per risolverla. Personalmente sostengo da tempo (e l’esperienza del mercato europeo e dei periodici mercatini ne è una palese conferma) che mercato ambulante e centro città non sarebbero incompatibili se solo si procedesse a una selezione oculata di come e quanti banchi collocare. E tuttavia ho anche avanzato la proposta, che rinnovo, di realizzare alla Piccola la sistemazione di un mercato ambulante moderno e di qualità”.

Boscagli lancia uno sguardo al 2013, ricordando: “L’anno prossimo, a conclusione dei lavori del Campus del Politecnico, l’area di via Ghislanzoni comincerà ad uscire dall’emarginazione in cui è precipitata dopo lo spostamento dell’ospedale, per tornare a vivere animata da oltre un migliaio di studenti e da tutto quello che ruota attorno all’Università. Perché allora non ristrutturare i due edifici delle Ferrovie e adibirli a mercato annonario (alimentare, ndr) stabile e a prodotti cosiddetti a Chilometro Zero? Confermando nello spazio circostante ben sistemato la presenza periodica dei banchi ambulanti aumentando se possibile sempre di più la qualità dei prodotti in vendita. Le attuali condizioni delle finanze comunali rendono difficile pensare a investimenti pubblici nel breve periodo. Perché Confcommercio e Fiva, anche in collaborazione con altri enti, non si prendono la responsabilità di fare una proposta articolata al Comune, assumendosi anche in parte il rischio dell’impresa? La sussidiarietà si fa anche così, e nella nostra regione esempi analoghi non mancano. Serve coraggio e fiducia nel futuro”.