Mini-idroelettriche: l’impegno del PD lecchese in Provincia e alla Camera

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LECCO – Il consiglio provinciale, nel corso della seduta del 17 marzo, ha approvato all’unanimità, con alcune modifiche rispetto al testo originario, la mozione presentata dal Partito Democratico, che ha emendato, integrandole, le mozioni proposte da Legambiente e dai Comitati “Salviamo i nostri torrenti” e Pagnona “Per la difesa del Varroncello” da una parte, e dalla Comunità Montana Valsassina – Valvarrone e Val d’Esino dall’altra.

L’obbiettivo è la maggiore regolamentazione sulle concessioni relative alle derivazioni mini-idrolettriche ma soprattutto una maggior tutela dei corsi d’acqua del delicato territorio della Valsassina, della Valvarrone e della Val d’Esino che, negli ultimi anni, grazie agli incentivi economici che hanno interessato il settore, denuncia il PD, “hanno subito un vero è proprio “accanimento idroelettrico” con il rischio, purtroppo in alcuni casi già in parte concreto, che l’identità dei luoghi venisse snaturata ed interi corsi d’acqua quasi per intero canalizzati”.

“Il Partito Democratico, a febbraio – spiega Francesca Michieli Responsabile ambiente del P.D. lecchese – dopo un confronto con i Comitati, ha deciso di appoggiare la loro mozione e di presentare un emendamento generale che ha integrato e sostituito l’intero testo delle mozioni presentate, compresa quella preparata e presentata in Consiglio provinciale dai Sindaci dei Comuni Montani della Provincia di Lecco”.

“La mozione, – continua la responsabile – approvata all’unanimità con alcune modifiche rispetto al testo presentato, prevede, tra l’altro, l’elaborazione di un piano di bilancio idrico provinciale (PBI), impegnando la Giunta a predisporre gli atti per l‘affidamento dell’incarico prima della conclusione del mandato, nonché la richiesta alla Regione di una moratoria rispetto al rilascio di nuove concessioni in attesa della redazione del PBI. E’ stato inoltre richiesto, per le nuove istanze di derivazione e per quelle in istruttoria, l’aumento del Deflusso Minimo Vitale dal 10% al 30% con un rilascio minimo da 50 l/sec a 150 l/sec”.

“Il lavoro fatto dai Comitati, da Legambiente e dalla Comunità Montana – conclude Michieli – è stato enorme ma in attesa di una risposta tecnica e normativa concreta da parte degli Enti preposti, va evidenziato come il risultato raggiunto sia la dimostrazione di come l’amore per il proprio territorio, l’unione dei cittadini ma anche una politica non più sorda davanti alle istanze della collettività possa davvero far sperare in uno sviluppo più armonico e attento alle esigenze di chi quel territorio lo vive ogni giorno”.

Tentori“Si tratta di trovare il giusto equilibrio tra l’utilizzo della risorsa idrica per la produzione di energia e la salvaguardia del territorio e del paesaggio” dichiara l’On. Veronica Tentori del Partito Democratico che giovedì ha depositato un’interrogazione parlamentare sul tema delle mini centrali idroelettriche “L’interrogazione al Ministro dell’Ambiente è in questa logica ed in continuità con la mozione approvata dal Consiglio provinciale settimana scorsa sullo stesso tema”.

“La produzione energetica nazionale vuole puntare sempre di più sulle fonti rinnovabili, compreso l’idroelettrico, e nessuno vuole ostacolare questo processo” continua Tentori “Tuttavia in alcuni frangenti esistono lacune normative e regolamentari che vanno colmate, se vogliamo evitare per il futuro danni irreversibili che potrebbero colpire la naturalità dei nostri territori alpini, provocare ulteriore fragilità idrogeologica, oltre a possibili problemi legati alla pesca, alla pastorizia e al turismo in seguito all’intubazione dell’acqua dei torrenti”.

“Si chiede quindi al Governo di approfondire questo tema, in particolare valutando l’efficacia degli incentivi statali previsti, prendendo in considerazione criteri di maggiore convenienza quando si utilizzano le acque già canalizzate o intubate, come quelle delle reti acquedottistiche, senza perciò andare a impattare su aree vergini” conclude la Deputata “e di valutare anche l’opportunità di prevedere una moratoria sulle concessioni, come avvenuto pochi anni fa in provincia di Sondrio, per consentire così ai competenti soggetti territoriali di implementare gli strumenti normativi alla luce delle nuove esigenze”