Riassetto di Giunta: dura critica di Pasquini (PdL) al sindaco

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LECCO – Non piace al centro destra la riassegnazione delle cariche all’interno della Giunta effettuata dal sindaco Virginio Brivio (PD), con la quale il primo cittadino ha messo la parola fine al caso Mario Moschetti (ex assessore al Bilancio) il cui posto è stato ora assegnato alla consigliera Elisa Corti nominata  assessore.

“Brivio a Roma segue Renzi mentre a Lecco sembra un perfetto allievo di Bersani – esordisce Antonio Pasquini (PdL) – Un rimpasto di Giunta e una ridistribuzione di deleghe fatta non per le esigenze del Comune ma per le esigenze della sua stessa maggioranza e dei partiti che la compongono. Ci è voluto quasi un anno per nominare un assessore al Bilancio scegliendolo poi tra le fila dei consiglieri del PD. Non si poteva fare prima?”.

Per Pasquini si tratta di una “ridistribuzione di deleghe che sa tanto di commissariamento” e cita come esempio l’assessore Francesca Rota alla quale sono state sottratte alcune deleghe “senza dimenticare – prosegue Pasquini – l’operazione Perego con la quale si è preferito far dimettere il responsabile giovanile di Appello per Lecco perché non allineato con il PD; questo sarebbe il rinnovamento per questa città? Voglio ricordare che a metà mandato dopo l’addio dell’assessore Moschetti, si sono dimessi il consigliere Ernesto Palermo e i due consiglieri Enrico Mazzoleni e Nives Rota con quest’ultima uscita dal consiglio in polemica con alcuni membri della maggioranza perché non c’era dialogo e collaborazione. Si tratta dell’ennesima brutta pagina di un’amministrazione che segna il passo e intanto i problemi della Città rimangono mentre i cittadini sono ormai delusi e infastiditi dei proclami infarciti di melassa che chiedono risultati”.

Quindi Pasquini conclude: “Come opposizione siamo sempre stati disponibili a confrontarci sui problemi reali. Mi auguro che all’interno della maggioranza i prossimi mesi tenga banco il dibattito sulle opere pubbliche, sul bilancio, sui servizi sociali e non sulla sostituzione del povero presidente del Consiglio Alfredo Marelli, altra questione di lana caprina per la quale ci auguriamo di non ritrovarci con nuovi scioperi della fame?”, con chiaro riferimento a quello compiuto dal capogruppo di Sel e Rifondazione Alessandro Magni.