Tagli, tasse e vincoli.
I sindaci: “I Comuni sono allo stremo”

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Brivio - Fontana

LECCO – “Negli ultimi sette anni i Comuni hanno risparmiato 16 miliardi di euro, la spesa pubblica è invece peggiorata di 30-50 miliardi all’anno”.

E’ abbastanza questa denuncia espressa dal presidente dell’Anci Lombardo, il sindaco di Varese Attilio Fontana, a riassumere la disparità di trattamento avvertita dai sindaci italiani e la rabbia per i continui tagli, le tasse fatte pagare ai propri cittadini e le risorse che non restano sul territorio, nonostante l’alta richiesta di servizi che non verrebbe soddisfatta.

Una situazione sentita anche dai primi cittadini lecchesi che lunedì hanno partecipato all’incontro con l’associazione dei Comuni della Lombardia a Palazzo Bovara.

Livio Bonacina“Da anni la spesa dei Comuni è sempre più ridotta e noi sindaci ci arrabattiamo per far quadrare i conti, mentre quella dello Stato continua ad aumentare. Perché allora non si va a colpire lì dove ci sono gli sprechi e non sui Comuni che oggi non ce la fanno più?” Si è chiesto il sindaco di Galbiate, Livio Bonacina.

Dalla mini-IMU alla TASI, in una situazione di pressione fiscale già alle stelle, al patto di stabilità che non permette investimenti pubblici e pagamenti ai fornitori.

Lecco ne sa qualcosa: come denunciato dal sindaco Virginio Brivio, la cifra bloccata dai vincoli al bilancio ammonterebbe a 28,5 milioni, una somma che avrebbe dovuta essere suddivisa in investimenti per opere pubbliche, alcune già pronte per essere appaltate. Tra queste ci sarebbero il completamento della torre del Palazzo di Giustizia e Piazza Affari, i lavori di adeguamento di Villa Manzoni, il nuovo Ostello della Gioventù, il ripristino delle strutture sportive del Bione e la prosecuzione dell’opera di messa in sicurezza del San Martino.

All’importo totale andrebbero aggiunti altri 17,4 milioni per investimenti del Comune di Lecco o di altri enti pubblici (Politecnico, CNR, Convenzione per i Piani Resinelli) già accantonati a bilancio e bloccati sempre per il patto di stabilità.

Incontro ANCI

Problematiche sentite anche dai piccoli paesi come Ello: “Un Comune da mille e duecento abitanti, un milione di bilancio annuo e 128 mila euro per il patto di stabilità. Ve ne rendente conto? – ha esordito il sindaco Elena Zambetti – Dovremmo chiedere allo Stato i danni morali. Siamo scoraggiati e a breve ci toccherà passare dalle porte di servizio per non affrontare i cittadini”.

I Comuni, poi, lamentano un quadro legislativo che li equipara ai grandi centri urbani e un progetto di riforma che passa dalla gestione associata dei servizi, sempre in un ottica di risparmio, in un percorso irto di ostacoli normativi e senza le adeguate risorse.

“E’ evidente la mancanza di volontà di andare a toccare i veri responsabili del debito pubblico del Paese, è più semplice invece colpire i Comuni” ha sottolineato il presidente Fontana.

Incontro Anci 2

Tra le criticità messe in rilievo, ce n’è una che accomuna Lecco a Missaglia: le spese per la Giustizia, o meglio i costi per gli affitti delle sedi e degli uffici, delle utenze telefoniche del Tribunale del capoluogo e del giudice di pace per Missaglia; un ammontare di 1,3 milioni per Lecco e di 112 mila euro Missaglia, questi ultimi accumulati dal 2005 ad oggi. Soldi anticipati dalle casse pubbliche dei due Comuni, non sempre corrisposte integralmente dallo Stato.

“In questo Paese si è tornati ad un fortissimo centralismo di tipo statale, si è ritenuto che si potevano tagliare fuori tutti i cosiddetti corpi intermedi – ha denunciato il sindaco di Monza, Roberto Scanagatti – L’attuale situazione è frutto di scelte politiche che hanno penalizzato i Comuni, gli unici a non poter incidere sui processi legislativi”.

Incontro Anci 3