Testamento biologico, nuova bocciatura, Magni: “Colpa del PD”

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Sandro Magni
Sandro Magni

LECCO – La nuova bocciatura a Lecco per il testamento biologico, martedì sera, ha sollevato le critiche del promotore del provvedimento, il consigliere Sandro Magni (FDS e SEL) che già in passato aveva presentato analoghi ordini del giorno sul tema del fine vita e sull’accanimento terapeutico.

“Con testardaggine l’ho ripresentato – spiega Magni – Alla luce del fatto che la nuova proposta di delibera era inattaccabile dal punto di vista della regolarità formale. Primo perché era la stessa delibera approvata dal Comune di Milano, secondo perché anche il nostro dirigente ha espresso parere favorevole, dopo una minuziosa verifica del testo. Ma non è bastato”.

L’attacco di Magni è nei confronti del Partito Democratico o meglio contro quella parte del PD che ha votato contro il provvedimento, bocciato con 15 votanti contrari, 12 favorevoli e 4 astenuti.

I liberi e forti di quel partito, al posto di astenersi, come risulta si fosse deciso in sede di partito, si sono tranquillamente e felicemente accodati, ai deliri fondamentalisti e fascistoidi del Consigliere di Fratelli d’Italia , Giacomo Zamperini. Alla barba di ogni disciplina. Che evidentemente vale a “correnti” alternate. Con le posizioni più laiche sempre sulla difensiva. E mazziate”.

Nel mirino delle critiche di Magni anche Appello per Lecco: “Noti, quando va bene – denuncia Magni – per un contributo, di inoperoso silenzio, alle decisioni, del Consiglio, che in passato avevano issato la bandiera dell’astensione, hanno votato contro. Quali le novità? Forse solo l’effetto , evidente, del nuovo che avanza, ovvero l’alleanza di questa parte, molto ostentata, con il Nuovo Centro Destra. Ma più probabilmente anche come ritorsione alle mie prese di distanza sulla tematica del soggiogamento n’dranghetista in Consiglio Comunale”.

A spalleggiare l’esponente di sinistra è il capogruppo dell’IDV, Ezio Venturini: “Lecco ha scelto con i voti del Partito Democratico , democratico forse solo nel nome, l’illiberalità – spiega Venturini – Il testamento biologico almeno a Lecco è morto e sepolto. Una morte voluta in questa maggioranza che ha dato prova di precludere un sacro santo diritto civile pretendendo di decidere quello che in fondo spetterebbe solo e sempre al singolo individuo di cosa farne in caso di una grave malattia della propria vita: continuare a curarsi o lasciare che la natura faccia il suo decorso”.